MODENA – Hanno trovato l’azienda completamente svuotata del materiale di lavorazione i 38 dipendenti della cooperativa metalmeccanica ‘La Carpigiana’, tornati all’opera la mattina di oggi 4 gennaio nella sede produttiva di Carpi in provincia di Modena. Lo denuncia la Fiom-Cgil, che parla di “atto unilaterale assunto dai vertici della cooperativa per accelerare gli esiti della liquidazione coatta mentre si era avviato un tavolo di trattativa”.
A quanto risulta, il materiale scomparso sarebbe stato restituito alla ditta Cbm in qualità di committente unica de ‘La Carpigiana’. “Da stamattina – prosegue la nota sindacale – 38 lavoratori si trovano in mezzo ad una strada. La Fiom-Cgil nel proclamare lo stato di agitazione delle maestranze chiede la riapertura immediata dell’azienda, l’intervento immediato delle istituzioni, in particolare della Provincia, per ricercare una soluzione condivisa per tutti i lavoratori”.
I conflitti all’interno dell’azienda erano cominciati la scorsa primavera quando i sindacati e i lavoratori avevano manifestato contro la cooperativa e contro la ditta metalmeccanica Cbm, unico committente, “per via delle condizioni contrattuali a cui erano sottoposti i 38 dipendenti”.
Come spiega Aldo Milano, numero uno dei Cobas presenti nello stabilimento “Gli operai svolgevano per Cbm prevalentemente mansioni da metalmeccanici, ma erano inquadrati nel contratto della logistica, come facchini insomma, con stipendi e benefici economici più bassi”.
Sulla questione i lavoratori hanno anche intrapreso una causa contro Cbm per intermediazione di manodopera tuttora in corso. Nel frattempo, però, in seguito alle proteste, i rappresentanti dei lavoratori e l’azienda, a giugno si erano seduti al tavolo della Prefettura di Modena ed avevano raggiunto un accordo: il passaggio al contratto dei metalmeccanici per tutti i lavoratori.
A partire dall’accordo però, “la Cbm ha iniziato a ridurre le commesse alla cooperativa, così ad agosto, a causa delle conseguenti perdite di fatturato, è stata paventata l’ipotesi di un calo del personale” spiegano ancora i sindacati. Poi, prima di Natale, Carpigiana ha messo sul tavolo la volontà di mettere in liquidazione la cooperativa ed è stata avviata una trattativa con i sindacati per la salvaguardia occupazionale.
Spiegano i Cobas: “L’accordo era che la produzione sarebbe andata avanti fino al 30 gennaio e che a quel punto per i lavoratori si sarebbero prospettate due possibilità: la mobilità volontaria, con una buona uscita da negoziare, oppure la ricollocazione in un’altra società legata alla Cbm. La trattativa, insomma, era ancora in corso, ed eravamo convinti che sarebbe ripresa dopo le feste, attorno al 15 gennaio”.