Molfetta, stuprata dal branco. Una ragazza creò il falso profilo di Fb

Molfetta, stuprata dal branco per falso profilo Fb: "Disposta a tutto"
Molfetta, stuprata dal branco per falso profilo Fb: “Disposta a tutto”

BARI – Stuprata dal branco, in dieci contro una. Una ragazzina di appena 14 anni lei, ragazzi tra i 16 e i 25 anni loro. Tutto sarebbe iniziato da un falso profilo Facebook. Una ragazzina avrebbe usato foto e nome della vittima proclamando la sua “facilità“: “Sono disponibile a tutto”. Un “invito” che il branco, che conosceva bene la vittima, non si è lasciato scappare.

Il sito Salvagente.it fa i nomi dei quattro presunti stupratori arrestati, perché maggiorenni all’epoca dei fatti, tra gli otto identificati:

“In carcere sono finiti Domenico Ponte (21 anni), Andrea Rana (20), Nicolas Turtur (25) e Angelo De Cesare (21). I quattro hanno qualche piccola segnalazione a loro carico per reati di tutt’altro genere. Una quinta persona, minorenne all’epoca dei fatti, è in attesa di una decisione del giudice dei minori di Bari”.

Le violenze sono iniziate nell’aprile 2012 nell’anfiteatro di Molfetta, scrive il Corriere della Sera:

“Nel mese di aprile la ragazzina sarebbe stata avvicinata da 10 giovani che lei conosceva di vista i quali «dopo averla invitata a seguirli nel giardino pubblico con la scusa di fare due chiacchiere — scrive il gip — l’avevano violentata a turno, incuranti delle grida di dolore e di aiuto. Terminato lo stupro la giovane era stata abbandonata »”.

Non un solo episodio, le violenze e le minacce erano continuate:

“Ma non si è trattato di un episodio isolato perché altre volte fino a giugno 2012 «aveva subito analoghi episodi di violenza sessuale, questa volta a opera di soli 4 o 5 elementi del branco, i quali ogni qualvolta la vedevano in giro da sola — aggiunge il gip—non esitavano ad avvicinarla e a caricarla di forza sull’auto minacciandola di gravi ritorsioni qualora non avesse avuto rapporti con loro». I componenti del branco le imponevano di non parlare con nessuno perché in caso contrario avrebbero riferito alla madre e poi a tutto il paese che lei era una «poco di buono»”.

E ancora violenze e abusi, addirittura durante una gita con l’oratorio:

“Poi, dopo un periodo di relativa calma, sul finire dell’estate sono ricominciate le molestie e a luglio scorso è stata avvicinata da uno di loro addirittura durante una gita con il gruppo dell’oratorio e, in quel caso, la giovane fu difesa da un amico. Inseguimenti, tentativi di approccio e insulsti erano all’ordine del giorno. La 14enne, terrorizzata, aveva distrutto la sim del suo cellulare pensando che ciò sarebbe batato per poter andare avanti. Poi però si è confidata con un parente. Il passo successivo è stato quello di rivolgersi ai carabinieri”.

E tutto per un falso profilo Facebook creato da una compagna di scuola della ragazzina per screditarla in cui vi era scritto: “Sono facile e disposta a tutto”. Il pm di Trani che si occupa del caso, Mirella Conticelli, mette in guardia dall’uso che si fa dei social network:

“Mesi prima delle violenze qualcuno ha creato un profilo falso della ragazzina, che la descriveva molto disponibile. E se è vero che non c’è un rapporto di causa-effetto fra quel profilo e quanto accaduto, è vero pure che i ragazzi non si rendono conto della portata delle conseguenze di un cattivo uso di certi strumenti”.

La giovane che ha creato il falso profilo è stata identificata ma non è coinvolta nell’indagine.

 

 

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