Monsignor Fisichella: lecito tentare di salvare una delle gemelle siamesi

Rino Fisichella (Foto LaPresse)

BOLOGNA, 26 LUG – La Chiesa dice sì alla buona morte, almeno in un caso: quello delle gemelline siamesi Lucia e Rebecca, che in comune hanno un solo cuore malformato, un fegato e un pezzo di intestino.

La Santa Sede parla attraverso monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione: ”Si deve prendere in considerazione il fatto che ambedue le gemelle potrebbero morire per la situazione precaria in cui si trovano: in questo caso, il tentativo medico di intervento per salvare almeno una vita sarebbe lecito”.

”Davanti alla reale possibilità della morte per le due neonate – afferma l’arcivescovo Fisichella nel suo dialogo con i lettori su ‘Oggi’ -, ogni sforzo per salvarne almeno una è da noi considerato come un atto di amore a favore della vita e, come tale, è lecito”.

Riguardo poi al dibattito deontologico sull’opportunità che i medici si assumano una decisione eticamente così rilevante come scegliere quale gemellina ”sacrificare”, Fisichella dice che ”l’impegno dell’equipe medica non è semplice; meritano tutto il nostro sostegno, perché per primi si trovano ad affrontare non solo un caso medico difficile, ma soprattutto la scelta di sapere che con la loro azione, in ogni caso, porteranno la morte a una bambina viva”.

Anche l’Arcidiocesi di Bologna, guidata dal cardinale Carlo Caffarra, è intervenuta sulla vicenda delle gemelline siamesi Lucia e Rebecca. La Chiesa bolognese ha parlato di un caso delicatissimo e drammatico.

Quello delle piccole è un quadro clinico grave, di fronte al quale “c’è l’obbligo etico, non di dividerle a tutti i costi, ma piuttosto di curarle e assisterle con la maggiore attenzione possibile, con la perizia e la competenza scientifica che il caso richiede”. Nel caso in cui, però, “il quadro clinico precipitasse verso un imminente pericolo di vita per le due gemelle e ci fosse la possibilità di salvarne una, allora l’equipe medica procederà alla separazione”.

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