Monte dei pegni e fase 2: fila e ressa, ampliati orari degli sportelli Monte dei pegni e fase 2: fila e ressa, ampliati orari degli sportelli

Fase 2, fila e ressa al Monte dei Pegni: sportelli aperti anche nel pomeriggio

ROMA – Nel primo giorno di fase 2 dell’emergenza coronavirus, in molti hanno fatto ricorso al Monte dei pegni.

File e ressa di clienti pronti a impegnare gioielli di famiglia, oro e beni di valore per avere del contante.

Affide, la più grande società attiva nel campo del credito, ha confermato l’affluenza e spiegato di aver deciso di ampliare il proprio orario.

Gli sportelli del Monte dei pegni quindi restano aperti anche nel pomeriggio, per garantire la possibilità di accesso ai potenziali clienti.

La società ha oltre 100 sportelli su tutto il territorio nazionale e 43 filiali italiane, che quindi rimarranno aperte.

Secondo i dati di Assopegno, nel 2019 ogni anno sono in media 124mila le persone che accedono ai servizi del Monte dei Pegni.

Il giro d’affari si aggira sugli 800 milioni con un taglio medio del prestito di 1.000 euro.

Consapevoli del momento particolare che tutto il Paese sta attraversando, Affide aveva reso noto che è stata sospesa la messa in asta di tutte le polizze scadute e non rinnovate nel periodo compreso tra inizio gennaio 2020 e la fine di aprile 2020. 

In pratica, quando scade la polizza sottoscritta il cliente può decidere se rinnovarla (e quindi prolungare il prestito), riscattare il proprio bene o mandarlo all’asta.

In questa fase, Affide ha ritenuto che potesse essere utile sospendere la vendita per quelle polizze in scadenza tra gennaio e fine aprile 2020, così da dare a tutti il tempo per decidere e valutare con più calma la scelta da fare.

Il credito su pegno rappresenta una delle più antiche formule di finanziamento tanto che le sue origini risalgono addirittura al XV secolo.

In pratica, ci si assicura un finanziamento offrendo come unica garanzia un bene prezioso o un gioiello.

Un servizio, che secondo i dati della ricerca Doxa-Affide 2019 è conosciuto dal 69% degli italiani e rappresenta una formula di prestito a cui si rivolgerebbero 8 connazionali su 10 in caso di necessità o imprevisti.

In Italia, ricorda Affide, si stima che circa il 95% dei beni dati in pegno tornino nelle mani dei proprietari, con reciproca soddisfazione sia per chi impegna sia per chi eroga il prestito.

Anche per questo si dice che “il credito su pegno è ideale per gli ottimisti”, perché chi lo richiede è certo di poterlo riscattare.

Solo il 5% dei beni invece finisce all’asta. (Fonte: AGI)

 

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