Incidente Monteforte Irpino, i parenti: “Dio perché ci hai fatto questo?”

L'incidente a Monteforte Irpino
L’incidente a Monteforte Irpino (Ansa)

ROMA – Dopo la tragedia di Monteforte Irpino i parenti delle vittime gridano disperati: “Dio perché ci hai fatto questo?”. Lo gridano, davanti alle bare e ai corpi irriconoscibili dei loro cari i parenti delle vittime della tragedia di Monteforte Irpino. Lo gridano per il dolore, come farebbe chiunque in una situazione simile. Ma lo gridano, se possibile, ancora più forte e con un sottofondo che sa di accusa diretta. Perché quelle 38 persone morte nel volo dal viadotto della A-16 erano state in pellegrinaggio. Una gita, per giunta fuori programma, al santuario di Padre Pio. Deviazione di preghiera di pochi chilometri.

Difficile, anzi impossibile per il momento, dire se quei chilometri in più siano stati fatali. Sta di fatto che qualcosa nel pullman ha smesso di funzionare. E che 38 vite sono andate via giù da un viadotto. Secondo incidente in pochi giorni che in qualche modo ha a che fare con la ricerca di Dio. Il pensiero corre al treno impazzito sulla via di Compostela. Difficile non pensare che tra le 79 vittime non ci fosse qualcuno in pellegrinaggio.

Così, alla fine, nel grido “Dio perché ci hai fatto questo” c’è la riproposizione di un dilemma  filosofico antico, legato ad ogni discussione sull’esistenza di Dio. Come è possibile che un creatore raccontato come “Amore” e onnipotenza permetta tutto questo?

O per farla ancora più semplice  e diretta: come è possibile che Dio permetta il male? Domanda che ha varie risposte, tanto raffinate quanto insufficienti a spiegare davvero perché ai parenti delle vittime della tragedia. Chi non crede ne fa una questione di logica formale: o non è infinitamente buono o non è onnipotente. Chi crede rifiuta l’immagine di un Dio “amministratore del condominio  mondo”, direttamente responsabile di ogni cosa che accada sulla Terra. La solita questione del libero arbitrio. Ma sono spiegazioni che oggi non spiegano.

Perché non  esiste spiegazione per Elvira, che nello schianto di Monteforte ha perso la madre e si sfoga: “Non ho mai pregato padre Pio. Ma ora lo odio. Ringrazio soltanto che in questo macello si siano salvati i bambini”.  Non esiste spiegazione per chi ha dovuto sfilare tra cadaveri monchi e sfigurati cercando tra bracciali, anelli e vestiti un segno tangibile di un caro che non c’è più.  Per molti di loro Dio, da ieri in avanti, è e resterà quello che ha permesso e voluto tutto questo.

 

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