PALERMO – ”Non c’e’ alcuna ragione di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilita’. L’unica ragion di Stato e’ la verita”’. L’ha detto il premier Mario Monti intervenendo alla cerimonia nel giardino della memoria delle vittime di mafia, riferendosi alle indagini sulle stragi di Capaci e di via d’Amelio. Monti ha affermato che ”non bisogna mai stancarsi di trovare la verita”’. E bisogna farlo ”per le vittime della mafia, per i familiari, per gli onesti, per i cittadini e per dare la speranza ai nostri figli”.
”Deve esserci un impegno sempre piu’ forte nella selezione dei rappresentanti da eleggere ai vari livelli di governo. Gli apparati dello Stato devono essere sempre lontani dal sospetto di legami di prossimita’ con le organizzazioni mafiose’. ”Il parlamento ha recentemente varato una prima riorganizzazione della normativa antimafia, ma e’ un lavoro che non si e’ completato. Su alcuni punti c’e’ l’impegno del governo ed e’ in stato avanzato”, ha detto Monti. ”Da quegli uomini e da quelle donne bisogna ripartire nella lotta senza quartiere che dobbiamo fare contro tutte le mafie, senza pensare che le mafia siano imbattibili”, ha poi aggiunto il premier.
”No alla mafia, no all’illegalita’, no alla corruzione, no al ricatto e alla logica dello scambio di chi promette e poi scarica su altri le responsabilita. Sì alla giustizia, all’impegno gratuito e alla legalita”’. Sono le parole usate dal premier Mario Monti ricordando l’impegno e la vita di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo, assassinati vent’anni fa nella strage di Capaci.
”Sulle stragi di Falcone e Borsellino in questi anni sono emersi particolari che hanno fatto rivedere sentenze e pezzi mancanti che devono essere cercati fino in fondo. Oggi dobbiamo dire con forza che non bisogna illudersi – ha aggiunto Monti – Cosa nostra non si sconfigge solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria e la camorra solo a Napoli. Tutto il nostro Paese deve impegnarsi nella lotta alle mafie, senza illudersi di esserne immuni”. ‘
”Sto vedendo la manifestazione piu’ bella, piu’ forte e piu’ viva contro la mafia, che e’ quella di questi giovani che sono qui. Questa e’ veramente la voglia di combattere la mafia. Magnifico!”, ha poi detto il presidente del Consiglio.
Prima di lasciare il Giardino della Memoria di Ciaculli e dirigersi nell’aula bunker dell’Ucciardone, il premier Mario Monti ha scoperto una lapide di marmo nera con impressi i nomi di oltre 200 vittime della mafia. Alla cerimonia organizzata dall’Associazione nazionale magistrati e dall’Unione cronisti hanno assistito diversi familiari di vittime, tra cui Maria Falcone, Caterina Chinnici, Bernardo Mattarella, Pina Maisano Grassi, Placido Rizzotto, Salvatore Burrafato, Giovanni Impastato, Sonia Alfano.