MILANO – Gli analisti di Moody’s “fornivano intenzionalmente ai mercati informazioni tendenziose, distorte (e come tali falsate)”: con questa accusa il pm di Trani ha chiuso le indagini sull’agenzia di rating che il 6 maggio 2010 definì l’Italia un Paese a rischio.
Da quel report partì l’inchiesta che si allargò poi anche Standard & Poor‘s e Fitch.
L’agenzia di rating Moody’s era stata accusata da Adusbef e Federconsumatori di aver diffuso “giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti sul sistema economico-finanziario e bancario italiano configurando una manipolazione del mercato”. Per il report del maggio 2010 sono indagati gli analisti Ross Abertcomby, vice president e senior analyst e Johannes Wassemberg, managing director Financial Institutions.
Gli indagati, secondo le associazioni dei consumatori, sono accusati del reato di “manipolazione del mercato” per avere “elaborato e diffuso” il 6 maggio 2010, “a mercato aperto, verso le ore 11.15, notizie false (anche in parte) sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano”.
La Procura di Trani mette in risalto la ”scelta mirata dei tempi” e ”l’impiego di tecniche argomentative suggestive, ambigue e foriere di allarme”.
Si chiude così anche l’inchiesta su Moody’s, dopo che nei giorni scorsi è stata chiusa quella su Standard & Poor’s.