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Morire di amianto. Sentenza storica a Genova. Nel silenzio delle tv

di Emiliano Condò |24 Giugno 2011 15:06

GENOVA – Un uomo lavora anni a contatto con le polveri di amianto, si ammala di cancro e muore. Passano gli anni e alla fine, dopo un primo grado sfavorevole, riconosce ai familiari il diritto a un risarcimento. Sembra una sentenza normale, invece, quella pronunciata dalla corte d’Appello di Genova, come scrive Stefano Corradino sul Fatto Quotidiano è “storica”. Il risarcimento riconosciuto ai familiari di Silvano Picardo, morto nel 2005, è uno dei primi, un precedente forse destinato a fare giurisprudenza nei casi futuri.

Scrive Corradino che la stessa vittoria, qualche tempo fa, l’ha ottenuta anche un lavoratore della Fincantieri di Ancona. “Ma quanti sono – si chiede il Fatto – questi casi in Italia”. Una stima è difficile anche perché la copertura dei media è ridotta. Corradino però denuncia che l’amianto è anche nel palazzo della sede Rai di Viale Mazzini: “Lo rivela uno studio condotto dall’Istituto di medicina del lavoro della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma che certifica la presenza di amianto in questo edificio dove lavorano oltre 2 mila dipendenti. L’ingresso principale è sbarrato per operazioni “di bonifica” da quasi un anno, mentre i lavori si sarebbero dovuti concludere in pochi mesi. I dipendenti, con atti formali hanno chiesto ufficialmente alla Rai di prendere provvedimenti o quantomeno, di sapere la verità”.

Il tutto mentre a Casale Monferrato (Alessandria), dove l’amianto ha causato 1200 morti, il processo rischia di saltare per colpa del processo breve. La tv, però, continua a tacere.

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