ROMA – E' morta a causa di una asfissia da soffocamento Paola Caputo, la ragazza di 24 anni deceduta a Roma nel corso di un gioco erotico. E' quanto emerge dall'autopsia svolta martedì presso l'istituto di medicina legale de La Sapienza. Posto quindi, un primo paletto nell'inchiesta che dovrà chiarire definitivamente cosa è accaduto nel garage di via Settembrini la notte tra venerdì e sabato scorso. I risultati definitivi dell'esame autoptico arriveranno entro 60 giorni insieme agli esiti dei test sulla presenza di droga e alcol.
Intanto, dall'ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Roma, Marco Mancinetti, ha disposto gli arresti domiciliari per Soter Mulè, emerge il racconto dell'ingegnere che quella notte ''legò Paola e la sua amica Federica'', attualmente ricoverata in coma farmacologico.
Nel provvedimento il giudice scrive che Mulè è stato protagonista di ''una gravissima imprudenza contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e oggettivamente rischiosa''. Un gioco erotico ''che non prevedeva – come scrive il gip – alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze''.
Nell'ordinanza il giudice riconosce che da parte di Mule' ''non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate". Per il gip il racconto offerto da Mulè, nel corso dell'interrogatorio di convalida, è ''apparso attendibile'' in questa fase. Nel corso del confronto con il magistrato l'ingegnere ricostruisce quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in un garage in zona Bufalotta.
"Verso le 14 Mulè ha contattato tramite Facebook sia Paola che Federica e verso le 19 era passato a prenderle. I tre si sono recati prima in un locale e poi al Circolo degli artisti, in via Prenestina''. Sia Mulè che le ragazze, in base quanto si legge nel provvedimento, hanno preso rum, birra e "digestivi alcolici".
L'ingegnere ha confermato di aver fumato dell'hashish. Mulè e le due ragazze decidono, quindi, di recarsi nel seminterrato di via dei Settembrini, conosciuto da una delle ragazze. Nel suo racconto l'uomo afferma che la prima ad essere legata è stata Federica, poi la Caputo. Paola viene bloccata "in stazione eretta, con piedi a terra, ma subito dopo essere stata legata, accusa un malore e perdendo i sensi si accascia al suolo: il peso del suo corpo mette in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze".
Mulè a quel punto cerca di liberare le giovani, cerca un coltello prima nella borsa di Federica e poi nella sua auto. Sono attimi drammatici: quando trova la lama per Paola è oramai troppo tardi, Mulè tenta di soccorrere Federica e poi chiede aiuto.