Morte trans Brenda, pm: “E’ stata uccisa”

MARRAZZOSecondo i pubblici ministeri della Procura di Roma il transessuale Brenda è stato assassinato: è questa la conclusione a cui sono arrivati gli inquirenti romani dopo i primi accertamenti eseguiti.

L’autopsia su Brenda, che si svolgerà tra domani e lunedì prossimo, e gli esami tossicologici potranno fornire un quadro più chiaro della vicenda.

Allo stato attuale il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli esaminano gli elementi acquisiti: il portone d’ingresso chiuso con una mandata, il punto in cui si è sviluppato il fuoco (borsone e valigia all’ingresso), l’assenza di tracce di innesco, il computer trovato in un lavandino con il rubinetto aperto, l’assenza di tracce visibili di colluttazione e di altre presenze in casa.

Gli inquirenti, preso atto delle testimonianze in base alle quali Brenda non avrebbe voluto sparire, né suicidarsi hanno già disposto una consulenza tecnica sul computer per verificarne il contenuto.

Parallelamente i pm stanno ora valutando sotto un’altra veste la fine di Gianguarino Cafasso, il pusher dei transessuali che gravitano nella zona di via Gradoli, morto all’inizio di settembre per un’overdose: a piazzale Clodio sono attesi per i prossimi giorni gli esiti finali degli accertamenti autoptici e non è escluso che anche per quel decesso si possa configurare un’ipotesi omicidiaria.

Nel frattempo il timore che i dati contenuti nel pc di Brenda possano essere andati persi dopo l’immersione in acqua potrebbero rivelarsi infondati, come insegna l’esperienza fatta negli Usa dopo l’uragano Katrina, nel 2005.

In seguito all’inondazione di New Orleans, l’attività di recupero dei dati elettronici è diventata anche più strutturata e industriale e su Internet esistono oggi decaloghi e avvertenze per coloro che hanno la sfortuna di incorrere in questo tipo di problemi. E sono numerose le ditte specializzare in questo tipo di salvataggi, alcune delle quali operano anche in Italia.

Le regole principali sono però tre: non tentare di recuperare i dati senza l’aiuto di un esperto, non tentare di asciugare gli hard disk e mantenerli invece bagnati. Paradossalmente, se si tenta di asciugare il disco rigido, infatti, si rischia di “cementare” eventuali residui di sporco e altre sostanze penetrate con l’acqua sui piatti magnetici, rendendoli illeggibili.

E i dati di un hard disk possono resistere anche alle fiamme, se il calore non è tale da scioglierne i piatti magnetici. Le attuali tecnologie consentono di recuperare i dati da un disco bruciato, che abbia perso anche le parti in plastica. Per farlo ovviamente ci vuole anche in questo caso un laboratorio attrezzato, e su Youtube ci sono filmati che mostrano come viene fatto.

Quello che non fanno acqua e fiamme può farlo invece un potente magnete. La sua vicinanza compromette infatti la ‘scrittura’ dei dati sui piatti del disco rigido. Ma per ottenere questo risultato di solito non bastano i magnati che si trovano comunemente nelle abitazioni, ma ci vuole un magnete ad uso industriale.

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