Morto dopo una dose di ecstasy, riconosciuto il pusher

MILANO – Ha riconosciuto e confermato le accuse nei confronti del pusher, nel corso di un incidente probatorio, la ragazza di 21 anni che avrebbe acquistato e poi consegnato una dose di ecstasy a Francesco Botti, il ragazzo di 17 anni, morto lo scorso novembre a Milano dopo che aveva assunto la droga per festeggiare la notte di Halloween.

Stando alle indagini del pm di Milano Gianluca Prisco, Francesco, arrivato a Milano da un piccolo paese in provincia di Lucca con altri suoi due amici poco piu' grandi di lui, aveva organizzato di trascorrere la nottata di Halloween da due amiche che abitano in un piccolo centro in provincia di Novara.

Arrivati dalle amiche, tutti insieme avevano poi deciso di trascorrere la serata a una festa in programma al centro sociale milanese Leoncavallo. Lo 'sballo' lo avrebbe procurato una delle due ragazze, ora indagata, che quel giorno si sarebbe messa in contatto con Marco Cristini, un pusher che vendeva ecstasy in Porta Genova, a Milano. Per 120 euro aveva acquistato tre grammi di ecstasy (Mdma il nome scientifico).

Lo spacciatore era stato arrestato lo scorso 15 maggio, accusato di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Per la seconda contestazione il Tribunale del Riesame nei giorni scorsi ha deciso pero' per la scarcerazione, mentre l'uomo resta detenuto per il primo reato.

Nel corso dell'incidente probatorio davanti al gip di Milano Chiara Valori, la ragazza ha confermato che a venderle la droga fu Cristini, il quale invece, sempre davanti al giudice, ha negato le accuse. Dall'inchiesta era emersa la totale estraneita' del Leoncavallo (i ragazzi hanno comprato e consumato la droga fuori dal centro sociale), che invece all'indomani della morte del giovane aveva subito numerose critiche dal mondo politico.

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