Morto in questura, il fratello: “Aveva il volto ferito”

FIRENZE – Circa cinquecento persone, soprattutto immigrati, hanno dato vita ad un corteo di protesta a Firenze dopo la morte, sabato scorso, di un giovane tunisino in una camera di sicurezza della questura di Firenze.

Il fratello della vittima, intanto, ha chiesto una nuova autopsia. ''In questa storia ci sono cose che non tornano – ha affermato il tunisino Izzeddine R'Mini, parlando con i giornalisti durante il corteo -. Stamane mi hanno restituito la salma, il volto di mio fratello era ferito come se fosse stato preso a botte, voglio che sia di nuovo sottoposta ad autopsia''.

Questo perche', ha spiegato Izzeddine, ''alla prima autopsia non ho potuto assistere ne' io ne' il mio avvocato ne' il medico legale che ho nominato: solo facendone una nuova si potranno eliminare tutti i dubbi che ci sono al riguardo''.

Nella manifestazione sono stati esposti cartelli con le foto del volto ferito del giovane morto in questura e la scritta ''Dicono senza percosse…secondo voi? Collo rotto e buco sulla nuca: vogliamo chiarezza''.

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