Mose. Assolto l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. "Prescritto? Procura stia zitta" Mose. Assolto l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. "Prescritto? Procura stia zitta"

Mose. Assolto l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. “Prescritto? Procura stia zitta”

Mose. Assolto l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. "Prescritto? Procura stia zitta"
Mose. Assolto l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. “Prescritto? Procura stia zitta”

ROMA – Mose. Assolto l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. “Prescritto? Procura stia zitta”. Condanna per corruzione l’ex ministro Altero Matteoli, assoluzione o prescrizione per i presunti episodi di finanziamento illecito per i partiti a carico dell’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Sono i due “momenti” forti della sentenza per lo scandalo Mos   Per la parte dell’inchiesta sul cosiddetto scandalo “Mose” giunta in aula, alla fine, ci sono quattro condanne e altrettante tra assoluzioni o prescrizioni dei reati.

Una inchiesta che il 4 giugno del 2014 aveva portato all’arresto di 35 persone, tra cui lo stesso Orsoni ai domiciliari, scoperchiando quello che per la procura era un malaffare di tangenti e favori orchestrato da Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, deus ex machina delle opere di salvaguardia per la città di Venezia. Gran parte degli indagati, tra cui l’ex governatore veneto Giancarlo Galan, avevano patteggiato.

Esce illeso, invece, l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito dei partiti per fondi, secondo l’accusa, per la sua campagna elettorale, parte in ‘bianco’ (assolto) e parte in nero (reato prescritto).

“Quella della procura è stata un’aggressione mediatica nei confronti miei e della città. E finalmente il tribunale mi ha reso giustizia”. Così, intervistato da Repubblica, Giorgio Orsoni, commenta la sentenza.

«La Procura dice che sono stato salvato dalla prescrizione? Farebbe meglio a stare zitta, invece di continuare ad arrampicarsi sugli specchi, come ha sempre fatto durante il processo, mi pare che la sentenza metta le cose a posto». (Il Gazzettino)

“Sono felice dell’esito anche se la sentenza non mi soddisfa del tutto, perché per una parte delle imputazioni c’è l’assoluzione mentre per l’altra c’è la prescrizione. Resta però la grande tristezza e grande amarezza per quello che è successo il 4 giugno di tre anni fa”.

“Credo che sia stato un abuso vero e proprio della procura, un’aggressione fatta a me e alla città”. E al Pd, che gli chiese di dimettersi, dice che “le scuse non si chiedono, al limite si porgono”. “Bisognerebbe dare un calcio politico a chi decise di darlo a me”. “Quella del 4 giugno è stata una operazione mediatica”, sottolinea, “c’era la Biennale, a Venezia c’era la stampa di tutto il mondo. Sapevano che con l’arresto del sindaco di Venezia la notizia avrebbe fatto il giro del mondo, sarebbe stata pubblicata da tutti i giornali, come poi è avvenuto. Lo scandalo del Mose è una vicenda tutta romana con diramazioni regionali. Mi hanno voluto tirare in mezzo”. Intervistato anche dal Messaggero, Orsoni sottolinea che la sentenza impone “a tutti una riflessione. In primis a chi mi ha ingiustamente accusato”.

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