Mose, Repubblica: “Per Tremonti la mazzetta da 400mila euro di Milanese”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2014 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

 

Mose, Repubblica: “Per Tremonti la mazzetta da 400mila euro di Milanese”

Giulio Tremonti (Foto Lapresse)

VENEZIA – Inchiesta sul Mose di Venezia, “era destinata all’ex ministro Giulio Tremonti la mazzetta da 500mila euro di Marco Milanese”: è quanto scrive Repubblica in un articolo firmato da Fabio Tonacci e Francesco Viviano. I pubblici ministeri stanno pensando di ascoltare proprio Tremonti, che non è indagato, come persona informata sui fatti.

Scrivono Tonacci e Viviano:

“C’è in particolare una dichiarazione, messa a verbale nell’interrogatorio del 14 luglio 2013 da Claudia Minutillo, la “Dogessa”, l’ex segretaria di Giancarlo Galan, che ha bisogno di un qualche approfondimento. «Tra i destinatari delle somme raccolte da Mazzacurati (Giovanni, il presidente del Consorzio Venezia Nuova che costruisce il Mose, ndr) vi erano… omissis… e Marco Milanese, uomo di fiducia di Tremonti. A quest’ultimo era destinata la somma di 500mila euro che l’ingegner Neri (stretto collaboratore di Mazzacurati, ndr) conservava nel suo ufficio al momento dell’ispezione della Guardia di Finanza».”

La Minutillo lo ripete anche in un altro passaggio:

“«Neri li aveva nel cassetto, da consegnare a Marco Milanese per Tremonti, e li buttò dietro l’armadio. La Finanza sigillò l’armadio ma la sera andarono a recuperarli e furono poi consegnati a Milanese il 7 giugno del 2010». Non c’è traccia né prova, nelle 700 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, di un successivo approdo della somma nelle mani dell’ex ministro, che non è indagato”.

Milanese non parla. Ma Tremonti, riferiscono sempre Tonacci e Viviano, viene tirato in ballo anche da Piergiorgio Baita, l’ex presidente della Mantovani,

“quando gli viene chiesto di raccontare come avessero fatto a ottenere lo sblocco nel 2010 dei soldi del Comitato interministeriale per la programmazione economica. 

Secondo quanto scrive Repubblica, era stato Gianni Letta a suggerire a Mazzacurati di rivolgersi a Tremonti attraverso Roberto Meneguzzo, direttore dell’azienda vicentina Palladio. Meneguzzo avrebbe fissato a Milano un appuntamento tra Tremonti e Mazzacurati

“«Quando ritorna a Venezia — spiega Baita in un verbale — Mazzacurati fa una convocazione d’emergenza dei soci e dice: “Se volete sbloccare il Cipe ci sono 500 mila euro da consegnare all’onorevole Milanese, almeno una settimana prima della delibera”».

E’ stato lo stesso Mazzacurati ad ammettere di aver consegnato il denaro a Milanese

“Il 13 maggio 2010 il Cipe approva la delibera n. 31 per la «continuità funzionale di opere di difesa idraulica». Tradotto, significa che dopo molti mesi di stallo per le ditte del Mose stanno arrivando 400 milioni di euro dal governo Berlusconi.

Secondo quanto scrive il gip di Venezia nell’ordinanza di custodia cautelare

“«L’intervento di Milanese è stato determinante per l’introduzione di una norma ad hoc», l’ex finanziere è riuscito a contattare e a parlare «con Ercole Incalza e con Claudio Iafolla». Sono persone che contano, sono il capo della struttura tecnica e il capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture. E però — annota il gip — Milanese è stato «efficace» anche sul “fronte interno”, su chi cioè reggeva in quel momento il dicastero dell’Economia, Giulio Tremonti, il quale — secondo gli imprenditori veneziani arrestati — non era mai stato troppo favorevole allo sblocco.

Sempre il 13 maggio

Paolo Emilio Signorini, il capo dipartimento delle Politiche Economiche della presidenza del Consiglio, chiama Mazzacurati al telefono: «Non abbiamo potuto già oggi dare la destinazione di 400 miloni al Mose, ma il ministero dell’Economia sta predisponendo una norma che dà direttamente l’assegnazione…». E poi, rassicura il presidente del Consorzio: «Mi sentirei abbastanza tranquillo perché l’Economia mi è sembrata decisissima su questo, ora fanno la norma… sarà molto rapido, li ho visti veramente molto molto decisi».”