TREVISO – Una maestra di una scuola elementare di Motta di Livenza, comune vicino Treviso, ha mostrato di avere il batterio della tubercolosi, rimasto nascosto per quasi trent’anni. La maestra ha scoperto che di poter essere contagiosa lo scorso 5 marzo. L’Usl trevigiana ha organizzato una task force, dopo che la maestra e un allievo della sua classe hanno cominciato ad avere febbre altissima e tosse, e sono finiti in ospedale. Dopo di loro gli stessi sintomi si sono manifestati in altri 7 bambini e un’altra insegnante: a tutti è stata diagnosticata una tubercolosi acuta. Come ha riferito La Tribuna di Treviso, il bilancio a un mese dalla prima diagnosi è di 10 contagiati e 40 positivi entrati in contatto con la maestra.
Il vettore della tubercolosi, il bacillo di Koch, può rimanere anche latente nel corpo per anni, senza che il morbo si manifesti. È bastato probabilmente un’influenza, magari le difese immunitarie della docente si sono abbassate di colpo, e il batterio è diventato aggressivo. L’Usl ha effettuato controlli a tappeto, su 800 persone, allertando genitori, docenti, alunni, coinvolgendo anche 5 scrutatori di seggio che proprio in quella scuola di Motta di Livenza. La squadra della Usl ha somministrato a tutti il test di Mantoux, questo il risultato: dieci le persone che hanno contratto la tubercolosi, e ben 36 positivi al contagio. Su 22 alunni della classe dove insegnava la maestra infetta ben 21 sono risultati positivi ai controlli. Tra loro 4 hanno sviluppato la malattia, e sono stati trattati con terapia multifarmacologica. Per gli altri bambini è stata bastevole la profilassi.
I medici hanno chiesto l’intervento dell’Istituto superiore di sanità. “La tubercolosi, anche nei focolai intensi, contagia il 50% delle persone – ha detto al Corriere della sera Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss, che si è recato nell’istituto in provincia di Treviso – Nella classe la percentuale di contagiati è il 95%. È un evento straordinario che dovrà essere studiato a livello nazionale con il ministero della Salute. Rezza ha dovuto tranquillizzare 400 persone, tra genitori e docenti, preoccupati per i rischi del contagio. Sandro Cinquetti, direttore del Servizio d’igiene e sanità pubblica di Treviso è incredulo: “Un episodio simile non l’avevamo mai visto. Rifaremo il test il 20 maggio per escludere ripercussioni”. Ma assicura che la situazione è ormai sotto controllo, e i focolai sono stati spenti. (fonte: TRIBUNA DI TREVISO)