SIENA – L’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, è pronto: vuole rispondere a tutte le domande dei pm senesi “ma non oggi”. L’interrogatorio, previsto per lunedì 4 febbraio, è stato rinviato, lo ha riferito il suo avvocato, Fabio Pisillo, spiegando che questa decisione è stata presa in considerazione dell’assenza dell’altro difensore Tullio Padovani.
L’impedimento di Padovani era stato dichiarato con un’istanza di differimento il 2 febbraio. “Padovani – spiega Pisillo – era impegnato in Cassazione in un procedimento fissato da molto tempo. Mussari ha chiesto che venga fissata un’altra data, fin da giovedì di questa settimana, per consentire di rispondere all’ interrogatorio assistito da entrambi i difensori”.
Mussari chiede tempo dopo che a Roma, gli uomini del Nucleo valutario della Guardia di Finanza hanno ascoltato Antonio Rizzo, considerato il super-testimone che per primo accusò l’ex direttore dell’Area Finanza Gianluca Baldassarri e il responsabile della filiale di Londra Matteo Pontone di aver fatto parte della famigerata “banda del 5%”.
Ai militari della Gdf Rizzo ha confermato che c’era “una banda del 5%” che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c’erano “pagamenti riservati” ai vertici di Mps: l’ex funzionario della banca d’affari Dresdner ha confermato tutte le accuse nei confronti di Mps, già messe a verbale dalla polizia giudiziaria nel 2008.
Rizzo ha fatto anche i nomi dei funzionari di Dresdner che hanno partecipato alle riunioni in cui si affrontava la questione delle percentuali per i funzionari di Rocca Salimbeni. Persone che saranno sentite nei prossimi giorni dalla procura di Siena che indaga sull’acquisizione di Antonveneta e sulla vicenda del derivato Alexandria.
Rizzo ha anche confermato l’esistenza dei nastri – depositati a Milano già nel 2008 – sui quali avrebbe registrato le conversazioni tra lui e gli altri funzionari della Dresdner nelle occasioni in cui si parlava di Mps. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di 2-3 nastri relativi a riunioni interne alla banca d’affari alle quali ha partecipato lo stesso Rizzo. Registrazioni effettuate su suggerimento dei legali nel timore che, una volta denunciata l’anomalia relativa a Mps, nei suoi confronti potesse essere aperta una procedura di licenziamento.
Nel verbale del marzo del 2008, in particolare, Rizzo citava una cena con il funzionario della Dresdner, Michele Cortese, anche lui invitato a comparire nei prossimi giorni, nella quale quest’ultimo affermava che “Baldassarri e Pontone avevano percepito una commissione indebita dell’operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5% perché su ogni operazione facevano la cresta”.
Intanto prosegue la discussione in relazione alla competenza territoriale attorno all’iniziativa dei pm di Trani: “C’è qualche iniziativa estemporanea dettata più dall’esigenza di inseguire la notorietà che da un coerente e responsabile esercizio dell’azione penale”, ha detto critico il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Per questo,il comitato di Presidenza del Consiglio superiore della Magistratura ha aperto una pratica presso la VI Commissione per valutare modifiche alle norme sulla competenza territoriale, per sovrapposizione di inchieste.