SIENA – Sulla morte di David Rossi, l’ex responsabile dell’area comunicazione di Mps, gettatosi dalla finestra del suo ufficio la sera del 6 marzo scorso, non sono ancora stati sciolti tutti i dubbi. Non secondo la famiglia che chiede di indagare ancora, evidenziando alcuni dettagli che “mal si concilierebbero con un evento suicidario”. Con questa motivazione l’avvocato Luca Goracci, a nome della vedova Rossi, Antonella Tognazzi, ha presentato una notifica di opposizione alla richiesta di archiviazione del fascicolo sull’ipotesi di istigazione al suicidio.
Nella richiesta di opposizione ”sono indicati aspetti delle indagini svolte che devono approfonditi sia per l’ipotesi di istigazione al suicidio sia per le eventuali, se i giudici le ravvisassero, altre ipotesi di reato”ha spiegato il legale.
L’avvocato Goracci ha depositato anche una perizia firmata da un ingegnere e una di un medico legale a proposito dei segni trovati nel corso dell’autopsia sui polsi di Rossi che, ”per loro natura non sono definibili atti di autolesionismo”.
Il legale spiega poi che nell’opposizione si contestano ”certe modalità con le quali la magistratura doveva acquisire le e-mail e persino gli accessi ai computer di Rossi”. Goracci chiede perciò un’analisi più completa sui computer e sulle email indirizzate da Rossi all’amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola.
Nell’atto infine si fa richiesta di avocare l’inchiesta alla Procura generale della Corte d’appello di Siena: ”E’ un atto di buona educazione”, ha concluso l’avvocato.