La mummia della santona custodita 17 anni in casa: processo d’appello per marito e figlio

Borgo San Dalmnazzo: processo d'appello ai familiari della santona mummificata in casa
Sigilli sulla villetta di Borgo San Dalmazzo

ROMA – La Corte d’Appello di Torino si appresta a celebrare il processo al vedovo e alla figlia di colei nota alle cronache come la “santona” di Borgo San Dalmazzo (Cuneo). Il cui corpo è stato conservato e custodito per ben 17 anni in casa. Una vera e propria “mummia” esposta ai devoti che condividevano la superstizione che anche da morta continuasse a esercitare poteri soprannaturali, tra cui quello di resuscitare. Un gruppo di preghiera si riuniva regolarmente nella villetta di via Pedona a Borgo, dove si era trasferita dopo la separazione dal marito e che condivideva con la consuocera. 

Alla morte di quest’ultima, nell’ottobre del 2013, la macabra scoperta. La donna era morta per cause naturali nell’aprile del 1996. Secondo La Stampa, anche il processo di imbalsamazione sarebbe stato naturale. Fatto sta che tutti i familiari vennero rinviati a giudizio per occultamento di cadavere. Il segreto, come il cadavere trasformato in reliquia, fu custodito per 17 anni con la giustificazione che la santona era in viaggio.

Domani, a sei anni di distanza dalla scoperta della “mummia di Borgo”, il processo d’appello. Chiederanno “l’assoluzione piena” gli avvocati Adalberto Pasi, di Cuneo e Michele Forneris di Torino. (fonte Ansa)

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