Museo del Cinema di Torino, ascensore Mole a rischio: arretrati e pochi fondi

Museo del Cinema di Torino, ascensore Mole a rischio: arretrati e pochi fondi
Museo del Cinema di Torino, ascensore Mole a rischio: arretrati e pochi fondi

TORINO – L’ascensore panoramico della Mole Antonelliana a Torino è una miniera d’oro che rende un milione e 200 mila euro l’anno. Soldi che vanno a irrorare le disastrate finanze del Museo del Cinema che la Mole ospita al suo interno. Ma che dovrebbero in teoria coprire anche i costi di manutenzione e gestione del servizio, affidato alla GTT, la società torinese dei trasporti, che ora è tornata a batter cassa. L’ultima lettera di sollecito è stata spedita il 5 gennaio alla Fondazione Maria Adriana Polo che gestisce il museo e che dal 2010 è in ritardo coi pagamenti. La lettera contiene un ultimatum: “Pagateci gli arretrati entro il 20 gennaio”. Che secondo il quotidiano la Stampa ammonterebbero a 2 milioni e 300 mila euro. Ma il Museo non li ha.

Nella lettera non si fa menzione a minacce di stop e quant’altro, ma il tono è piuttosto severo:

“Si tratta di un atto che, in mancanza di risposte puntuali – spiegano ancora dalla Gtt – darà seguito a un’azione legale cioè al vero e proprio decreto ingiuntivo. I debiti risalgono al 2010. Via via abbiamo ricevuto qualche pagamento, ma in forma ridotta, diciamo al 50 per cento”

Un giro sull’ascensore è meta fissa ormai per i turisti torinesi che ogni giorno scalano i 167 m di altezza della Mole per godere di quel panorama mozzafiato che abbraccia tutta la città incorniciata dalle vette alpine. Il biglietto costa 7 euro, 14 se lo si abbina al Museo. Ma neppure i recenti record di visite (più di 600 mila nel 2014) sono bastati a far risanare le finanze del Museo.

La faccenda è delicata: a fine ottobre gli 84 dipendenti del Museo hanno scritto una lettera aperta denunciando la preoccupazione di perdere il posto di lavoro. E proprio a causa delle difficoltà economiche si è recentemente dimesso Ugo Nespolo, da molti anni alla guida del Museo.

Gtt dal canto suo ha chiesto entro e non oltre il 20 gennaio un piano di rientro dettagliato. Mentre il Comune assicura che entro metà febbraio stanzierà nuovi fondi per un milione e 300 mila euro. Sarebbe il caso di far combaciare i tempi.

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