ROMA – Mussolini non era indifferente al tema degli Ufo. A sostenerlo è il cacciatore di alieni Roberto Pinotti, fondatore e segretario del Centro ufologico nazionale. Nel corso del convegno “Ufologia”, che si è tenuto il 18 marzo scorso ad Arona, in Piemonte, è stato analizzato il caso del presunto primo avvistamento di Ufo in Italia.
Era il 13 giugno 1933 quando a Vergiate, in provincia di Varese, restarono a terra i rottami di un aeromobile non identificato insieme ai corpi dei due piloti a bordo. Il regime fascista avrebbe tentato di far calare il velo della censura sulla vicenda (un dispaccio dell’agenzia Stefani di carattere “riservatissimo” lo testimonierebbe). Del misterioso schianto continuò a occuparsi un ufficio apposito, il Gabinetto RS/33, che vedeva tra i suoi componenti niente meno che Guglielmo Marconi. Una delle ipotesi è che il velivolo fosse di origine tedesca. Un disco volante del Terzo Reich. Come spiega Pinotti:
“Il Duce credette, forse, che sarebbe stato opportuno allearsi con una potenza militare come quella della Germania nazista, capace di produrre un velivolo mai visto prima, piuttosto che averla come nemica”.
“I resti dell’Ufo che nei disegni viene descritto come un velivolo cilindrico, con una strozzatura poco prima del fondo, con oblò sulla fiancata, da cui uscivano luci bianche e rosse, furono portati nei capannoni della Siai-Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni” specifica il fondatore del Centro Ufologico, che continua: “Così come i corpi dei piloti, conservati in formalina, a lungo studiati. Si sa che erano alti 1,80, avevano capelli e occhi chiari”.
Non solo Mussolini mostrò interesse per l’incidente di Vergiate, ma anche gli Americani. A guerra finita, gli Alleati presero i resti dello schianto e li portarono negli Stati Uniti. “Stranamente – ha sottolineato Pinotti – le tre persone che erano a conoscenza del trasporto di quelle casse negli Usa sono morte, due in incidenti di mare, una suicida“. Questi elementi sono sufficienti per spiegare il forte interesse degli ufologi italiani nella vicenda.