ROMA – Avance, inviti a uscire, sms e telefonate fino a un’aggressione vera e propria: la minaccia con una pistola giocattolo e un pugno sul naso. Nadia Cassini, attrice simbolo delle commedie sexy anni ’70-’80, piange in aula davanti al giudice. Sotto processo c’è un presunto stalker: Alberto Bernardinelli.
“Mi ha perseguitata per mesi senza un motivo. Centinaia di telefonate e di sms. Una sera a cena ho chiarito l’assenza d’interesse e allora mi ha rotto il naso”, ha raccontato la Cassini, 65 anni. “Conobbi il signor Bernardinelli il 31 dicembre del 2008 a una festa di capodanno – dice Gianna Lau Müller, in arte Nadia Cassini -. Pochi giorni dopo ebbi un grave incidente e lui mi venne a trovarmi in ospedale. Sembrava un angelo. Da quel momento cominciò a telefonarmi e a mandarmi messaggi senza nessuna ragione – ricorda la showgirl, rappresentata come parte civile nel dibattimento dall’avvocato Michele Monaco -. Mi chiedeva un rapporto più intimo che io ho sempre respinto”.
Fino all’episodio più eclatante.
“Poi la sera 15 marzo del 2009 accetto un invito a cena per tentare di chiarire definitivamente la situazione. Sembra che la mia spiegazione lo convinca. Sale a casa per riprendere il suo cellulare e azzarda un’avance. Lo respingo, tira fuori una pistola, la scambio per vera ma è un giocattolo: sono terrorizzata. Poi mi picchia e mi rompe il naso”. Il giudice domanda se pensa di avere una qualche responsabilità: “Io sono una personaggio pubblico, abituata a parlare con la gente. Mi sono sempre fidata, anche questa volta. E’ questo il mio errore”.