Napoli. Alessandro Riccio e Emanuele Scarallo, padri a 18 anni, morti per rapina

Pubblicato il 11 Agosto 2013 - 05:32 OLTRE 6 MESI FA
Napoli. Alessandro Riccio e Emanuele Scarallo, padri a 18 anni, morti per rapina

Napoli: è cominciata con la rapina di un iPhone, è finita con 2 ragazzi già padri morti in scooter

NAPOLI – Che cosa sia esattamente successo nella notte tra venerdì e sabato a Napoli, Posillipo, è ancora da ricostruire nei dettagli.

Di certo ci sono una rapina, un lungo inseguimento nella notte lungo le strade di Posillipo, un tamponamento e due ragazzi in scooter, morti dopo essere finiti contro una parete: Alessandro Riccio, 18 anni, da poco diventato padre e di Emanuele Scarallo non ancora 17enne, destinato a diventare padre lunedì 12 agosto, entrambi già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio: Emanuele Scarallo era uscito dal carcere minorile un mese fa dopo aver scontato una condanna per rapina.

Si tratta di un incidente dovuto alla paura oppure una vendetta?

Le vittime, secondo il racconto degli investitori, sarebbero due dei quattro giovanissimi che poco prima avevano rapinato la coppia a bordo dell’automobile, la quale – temendo una nuova aggressione della baby gang – ha cominciato la corsa ed ha urtato il mezzo a due ruote. Il conducente della vettura,  Leonardo Mirti, di 29 anni, è ora indagato per omicidio colposo.

La vicenda ha inizio alle 2,40 di sabato mattina.

A bordo di una ”Smart” al parco Virgiliano, nel quartiere Posillipo di Napoli, c’è una giovane coppia residente in provincia. La ragazza è al posto di guida, il suo fidanzato,  Leonardo Mirti, accanto. All’improvviso dal buio spuntano in quattro. Armi in pugno intimano alla coppia di consegnare il telefono, un iPhone. La rapina si consuma in pochi secondi, poi i quattro aggressori spariscono nel nulla.

La ragazza impaurita lascia la guida della macchina a  Leonardo Mirti, che si dirige verso Mergellina, centro città.

Dopo qualche chilometro la coppia in Smart incrocia due scooter. I fidanzati credono siano gli stessi che poco prima li hanno rapinati. Passano qualche secondo e i quattro in sella alle moto – secondo il racconto del conducente dell’auto – fanno inversione di marcia e si lanciano all’inseguimento della Smart.

All’altezza dell’Ospizio Marino la collisione fra Smart e una delle due moto, che va fuori strada e finisce contro il muro di un palazzo. I due giovani che erano in sella sono sbalzati ad una decina di metri.

La macchina con la coppia travolge dei paletti antisosta, squarcia le ruote ma percorre ancora qualche chilometro, fino a quando incrocia una pattuglia dei carabinieri.

Il conducente della macchina racconta l’accaduto ai militari e scattano i soccorsi. Per i due ragazzi non c’è nulla da fare.

Del secondo scooter nessuna traccia.

Gli investigatori  esaminano le immagini del sistema di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona. I due giovani morti non avevano con sé né la pistola né il telefono: potrebbero averli passati ai due complici fuggiti sul secondo scooter, ma anche questo aspetto sarà tutto da accertare. Il conducente della macchina, visibilmente scosso, è stato accompagnato in ospedale.

Nel pomeriggio, con la fidanzata, viene ascoltato dal pm nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Napoli. La giovane fornisce alcune precisazioni, lui – indagato per omicidio colposo – si avvale della facoltà di non rispondere. Proseguono gli accertamenti tecnici sulla vicenda da parte dei carabinieri e della polizia municipale: sul sito del Mattino c’è un filmato. La verità definitiva su questa notte di paura e morte è ancora da scrivere.

Su Repubblica, Irene De Arcangelis propone una ricostruzione colpevolista nei confronti di  Leonardo Mirti.

Irene De Arcangelis non ha dubbi che  Leonardo Mirti, dopo avere subito la rapina dell’iPhone

“sotto gli occhi della fidanzata mentre sono appartati in auto nel verde del parco Virgiliano a Napoli”

Poco dopo, lungo via Posillipo,

“vede di nuovo i quattro rapinatori in sella a due scooter. Decide di vendicarsi. Schiaccia il piede sull’acceleratore, ingaggia l’inseguimento con i malviventi. Due di loro in sella alla prima moto riescono a schizzare via, gli altri due, invece, vengono tamponati, finiscono sul marciapiedi. Sono raggiunti dall’auto della vittima che sradica i paletti anti sosta selvaggia e li schiaccia contro il muro. I due giovanissimi rapinatori muoiono in pochi istanti”.

La versione di Leonardo Mirti viene messa in dubbio dopo gli accertamenti dei Vigili urbani, che hanno trovato i filmati della videosorveglianza con

“l’inseguimento in via Posillipo mentre la rapina è avvenuta al parco Virgiliano. Il racconto del rapinato non torna più: nella registrazione si vede la Smart di Mirti che incrocia le due moto lungo via Posillipo, inverte la marcia e dà il via all’inseguimento fino a finire sul marciapiedi schiacciando i corpo dei rapinatori contro il muro per poi allontanarsi. Mentre non è stata trovata la pistola di cui parla la vittima della rapina, probabilmente portata via dai complici in sella alla seconda moto.”.

“I fatti lasciano aperti degli interrogativi. La rapina è avvenuta al Virgiliano, a quattro chilometri di distanza dal luogo dell’incidente. Dettaglio che smonterebbe la ricostruzione di Mirti: «I banditi sono tornati indietro, volevano anche l’auto… ». E il narcotest subito eseguito in ospedale svela tracce di droga nelle urine dell’investitore”.