Napoli, ambulanze abusive: il nuovo business da 1000 euro a corsa Napoli, ambulanze abusive: il nuovo business da 1000 euro a corsa

Napoli, ambulanze abusive: il nuovo business da 1000 euro a corsa

Causa Covid le ambulanze non arrivano, o arrivano tardi. E allora si fanno affari con le ambulanze abusive, un business ormai a Napoli.

A Napoli il business delle ambulanze abusive. Un giro d’affari da 1000 euro a corsa. Con l’emergenza Covid infatti si sono moltiplicate a Napoli e in Campania le ambulanze gestite da piccole associazioni. Sono spesso prive di autorizzazioni dell’Asl ma ugualmente si occupano del trasporto pazienti, chiedendo anche tanti soldi.

Praticamente cosa accade, serve un’ambulanza ma l’ambulanza non arriva. Troppe chiamate, troppa fila al pronto soccorso. E allora che si fa? Si chiama un’ambulanza privata (che poi proprio ambulanza ambulanza non è). Il numero sarà apparso su qualche pubblicità on line oppure per strada su un volantino. 

Difficilmente infatti succede come per i taxi abusivi. Immaginatevi la scena di una persona che cammina per strada chiedendo ai passanti sottovoce “ambulanza? serve un’ambulanza?”. E quindi per andare subito al pronto soccorso si paga, tanto, e ci si fa portare da una “ambulanza” di quelle abusive.

Cosa dicono queste associazioni?

Fanpage ha provato a contattarne qualcuna per richiedere un’ambulanza. Secondo la prima associazione contattata, solo per “la chiamata” (ovvero per far arrivare il mezzo di soccorso in loco) serve sborsare 650 euro. A questo poi si devono aggiungere 150 euro per ogni ora di sosta, in attesa che il paziente venga ricoverato. Una cifra di non poco conto: se pensiamo che nei principali nosocomi della regione a causa del forte afflusso di pazienti ci sono lunghe attese, i costi sono esorbitanti. (Fonte Fanpage).

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