Napoli. Cassazione condanna avvocato per ingiuria a vigile

“Non esco fuori, mi denunci pure, e prima di indossare quella divisa paghi i suoi debiti”. Questa frase è costata una condanna per ingiuria aggravata a un avvocato di Napoli, che ha apostrofato così un vigile col quale ha avuto un alterco mentre era in fila davanti agli sportelli degli ufficiali giudiziari. Invano l’avvocato ha fatto ricorso in Cassazione, i Supremi giudici hanno confermato la condanna nella sentenza n.13596.

Nel ricorso alla quinta Sezione Penale, il legale aveva sostenuto di aver agito dopo una provocazione del pubblico ufficiale. Secondo la sua ricostruzione, il vigile urbano, alla vista del legale, che conosceva, aveva volutamente rallentato la fila davanti agli sportelli, dando precedenza ad altri, e facendogli così una sorta di ‘dispetto’.

Tra i due era ancora in sospeso il pagamento di una parcella che il pubblico ufficiale doveva all’avvocato per una precedente assistenza legale. Accortosi del rallentamento della fila il professionista ne era uscito fuori e si era rivolto al vigile che gli aveva più volte intimato di allontanarsi. Una motivazione che però i Supremi giudici non hanno ritenuto fondante. L’atteggiamento del vigile di ‘smistare la fila’ era stato troppo generico per considerarlo rivolto all’avvocato. Il legale pertanto aveva offeso ingiustamente il pubblico ufficiale.

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