Napoli, Claudio Savarese morto in casa da 15 giorni: era sepolto dalla carta Napoli, Claudio Savarese morto in casa da 15 giorni: era sepolto dalla carta

Napoli, Claudio Savarese morto in casa da 15 giorni: era sepolto dalla carta

Napoli, Claudio Savarese morto in casa da 15 giorni: era sepolto dalla carta
Napoli, Claudio Savarese morto in casa da 15 giorni: era sepolto dalla carta

NAPOLI – Lo hanno trovato ormai senza vita nella casa dove era nato e cresciuto. Claudio Savarese, 90 anni, era morto da una quindicina di giorni ma nessuno se ne era accorto, perché in quell’appartamento nel cuore di Napoli, al quinto piano di un palazzo settecentesco affacciato sulla Galleria Principe, non aveva mai ricevuto nessuno. Quando polizia e vigili del fuoco sono entrati nella sua casa non potevano credere ai loro occhi: montagne di carta ovunque, accatastante in anni e anni di accumulo compulsivo.

Il professore, come lo chiamavano tutti anche se non aveva mai insegnato, è morto così, sepolto da libri, faldoni, riviste, giornali e persino manifesti funebri.

Come riporta Pietro Treccagnoli sul quotidiano Il Messaggero:

C’era qualche sospetto, ma nessuno aveva mai immaginato che fosse arrivato a tanto. Perché il professor Savarese a casa non riceveva nessuno. Aveva qualche amico, appassionato di lirica come lui che per anni aveva frequentato il teatro San Carlo. Ma li vedeva fuori. Quando li vedeva. Perché, inconsapevolmente, aveva costruito la propria vita come quella di un eteronimo dello scrittore portoghese Fernando Pessoa. Uomini soli, con vite posticce e nello stesso tempo concrete. Vite passate a contemplare il mondo dalle finestre o riflesse sulla carta. Parole assordati in un silenzio ancora più stordente. L’inquietudine sedata da un’affollata solitudine. A frequentarlo negli ultimi anni era il ginecologo Castrese Loffredo che lo ricorda come una persona straordinaria, seppure eccentrica. Si incontravano fuori, naturalmente. Nella casa dove era nato e che non ha mai lasciato non entrava più nessuno. E come poteva entrare? «Claudio aveva tutta una originale filosofia. La chiamava il fato determinismo», rievoca il medico. Cioè? «Diceva che le cose accadono perché devono accadere. Si era ridotto a vivere da asceta. Ma da tempo era stanco. E spesso parlava di morte».

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