NAPOLI – “C’è un albero inclinato che rischia di cadere“. Questa la segnalazione di un commerciante alle autorità lo scorso 27 maggio 2013. Poi l’albero cade davvero e travolge una donna, Cristina Alongi, il 10 giugno 2013. La donna muore sul colpo e ora la Procura di Napoli indaga sulla vicenda per capire perché l’allarme sia stato ignorato dai vigili del fuoco e dalla polizia municipale.
Durante le indagini, scrive Dario Del Porto su Repubblica, sono emerse due telefonate che dimostrerebbero come l’allarme sia stato ignorato:
“Il 27 maggio 2013, il titolare del baretto avvisa la sala operativa dei vigili del fuoco: «Secondo me causa maltempo c’è un albero che si è inclinato su se stesso. Se volete potete rivolgermi a me, vi spiego io la segnalazione»”.
Poi l’albero cade e travolge Cristina, 44 anni e madre di due figli, ma le autorità, scrive Del Porto, sapevano dei rischi e li avrebbero ignorati:
“Nella conversazione, vigile del fuoco e poliziotto municipale discutono delle competenze dei due corpi. «Ci stanno contattando da via Aniello Falcone, dicono che ci sta un albero in bilico», esordisce il pompiere. «E voi non intervenite collega?», risponde il vigile urbano. «Ma quello è un giardinetto», replica il vigile del fuoco. «Embè, un giardinetto…l’albero lo manteniamo noi?», ribatte il poliziotto municipale. «Non è che sta cadendo, lo vede piegato. Una cosa è piegato, una cosa è che sta cadendo», spiega il vigile del fuoco. Il poliziotto municipale, di rimando: «E lo so, lo vede piegato», poi chiede i dettagli della segnalazione. Di fatto, rileva il pm Corona, non accade nulla, l’allarme viene ignorato”.
Il vigile del fuoco e l’agente della municipale ora sarebbero a rischio processo, scrive Del Porto, insieme ad una impiegata del Comune:
“Fatto sta che, il 10 giugno successivo, l’albero crolla e uccide la povera Cristina. Ora il pm Corona è pronto a chiedere il processo per i due interlocutori della telefonata. Al vigile del fuoco viene contestato dalla Procura di essersi «limitato a girare la richiesta d’intervento ricevuta alla sala operativa della polizia municipale» e di non aver preso in considerazione «la possibilità di inviare sul posto» una squadra di pompieri. Il vigile urbano avrebbe invece «omesso di fare alcunché» pur essendo stato avvisato del pericolo di crollo dell’albero. Sotto inchiesta c’è anche una funzionaria agronoma del Comune che, nell’aprile 2013, dopo un sopralluogo in via Aniello Falcone, avrebbe, secondo l’accusa,«omesso di considerare» che uno degli alberi rischiava di spezzarsi e cadere. I tre indagati potranno difendersi nei successivi passaggi del procedimento. La famiglia Alongi, difesa dall’avvocato Maurizio Sica, chiede giustizia e si costituirà parte civile in giudizio”.