Non sarebbe stato vittima di una rapina, ma di un agguato di camorra. Gli inquirenti sono arrivati a questa conclusione sul caso di Nicola Nappo, il fabbro di 22 anni ucciso ieri a Poggiomarino, Napoli. Si investiga, per ora, a tutto campo. Le indagini sono condotte dalla compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata e dal nucleo investigativo dei militari della cittadina del vesuviano. Non sono escluse, al momento, neppure la pista passionale, e l’ipotesi della vendetta personale. I militari stanno approfondendo ogni aspetto della vita privata del giovane, interrogando numerose persone.
Ieri sera, intorno alle 22.30, quando è stato ammazzato, Nappo si trovava in una zona centrale della cittadina, in via Roma, con un’amica diciottenne – non la fidanzata, come in un primo momento si era appreso – rimasta a sua volta ferita probabilmente da una pallottola rimbalzata a una gamba. La ragazza, secondo gli inquirenti, sarebbe del tutto estranea all’accaduto.
I sicari volevano colpire solo il ventiduenne che era al suo fianco: un incensurato, un ragazzo comune, figlio di persone semplici, che nulla hanno a che vedere con gli ambienti della malavita. Nessun precedente di droga, sottolineano gli inquirenti, nè alcun episodio di minaccia sul fronte del racket. Gli assassini hanno esploso diversi colpi con una pistola semiautomatica, almeno sei proiettili. Nappo è morto sul colpo. La ragazza è stata presa invece a una gamba di riflesso, e dunque per sbaglio. Le sue condizioni non sono gravi e la prognosi di guarigione è di 15 giorni.