NAPOLI – Sciopero dei lavoratori delle funicolari a Napoli: così quattro dipendenti hanno bloccato diciassette stazioni e 60mila persone, tra cui molti turisti accorsi nel capoluogo campano per il ponte del primo maggio. Questi gli effetti di quattro ore di agitazione, dalle 9 alle 13 di venerdì 27 aprile.
Il fatto, sottolinea il Corriere della Sera, è che Napoli ha quattro funicolari, sul cui buon funzionamento vigilano quattro capiservizio della locale azienda di trasporto, aderenti a tre diversi sindacati (Cisal, Cisl e Ugl). Così se questi quattro dipendenti decidono di scioperare (in questo caso per un mancato allineamento tra contratto e mansioni svolte) tutti insieme l’intero servizio si blocca.
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Scrive il quotidiano di via Solferino:
È esattamente quanto è successo venerdì scorso, alla vigilia del lungo «ponte» di Maggio, con la città senza una sola camera d’albergo vuota e affollata come non mai di crocieristi. Molti avrebbero voluto salire sulla collina del Vomero a visitare Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino. Ma i signori della cremagliera hanno detto no, tra l’altro in una città in cui i taxi non hanno corsie preferenziali, i bus non passano con regolarità e la metropolitana, seppure con le stazioni più belle del mondo, ha le corse meno frequenti d’Italia.
Nonostante tutto questo nessuno ha impedito lo sciopero:
nella regione appena inclusa da Eurostat tra le top ten (su 275) per il maggior disagio socio-lavorativo, si assiste a questo paradosso: da un lato quattro lavoratori «garantiti» fermi nel rivendicare il loro diritto di sciopero; dall’altro neanche un’autorità — un sindaco, un governatore, un prefetto — pronto ad esercitare il più elementare dei doveri civici: far funzionare una città.