Napoli: rubato il cuore d’oro alla statua di Gesù. “Restituitelo subito”

NAPOLI – Il cuore d’oro nel petto della statua del Cristo che si affaccia dal balcone più alto dell’istituto religioso delle suore del Sacro Cuore di Gesù, in piazza Pisa, a Casoria, ora non c’è più: è stato rubato. Il furto è stato commesso da ignoti, sicuramente buoni conoscitori del posto e, con ogni probabilità, pure esperti in furti di arte sacra. “Era lì dal 1965”, dice suor Carmen al Mattino, la madre superiora del convento fondato da santa Giulia Salzano, la religiosa che promise di fare sempre catechismo finché avesse avuto un filo di vita e che è stata canonizzata a Roma il 17 ottobre 2010 da Benedetto XVI.

“Quel cuore rappresentava l’amore degli alunni e dei fedeli che hanno da sempre creduto nel nostro progetto di evangelizzazione – aggiunge la responsabile del convento – Mi auguro che chi l’abbia rubato si possa pentire e ce lo faccia ritrovare quanto prima, anche in maniera anonima: per noi e la nostra comunità è troppo importante tornare in possesso di quell’oggetto”. Un valore affettivo e religioso importante ma anche in termini economici la perdita è consistente. “Non sappiamo quanto possa effettivamente valere sul mercato nero – affermano alcuni fedeli – Quello che è certo è che chi ha compiuto questo sacrilegio è come se avesse strappato il cuore dal petto di ognuno di noi”.

Tutti si augurano quindi un ripensamento dei ladri per rimettere al suo posto quell’oggetto che fu realizzato grazie alle donazioni dei genitori dei bambini delle classi materne, elementari e medie ospitate all’interno del pio istituto di piazza Pisa, una delle scuole più antiche della città. Ed è stato proprio uno dei genitori dei tanti alunni ad accorgersi, nel varcare i cancelli dell’istituto del furto. “Ogni giorno ho l’abitudine di alzare lo sguardo al Sacro Cuore e rivolgere in silenzio la mia preghiera – dice una giovane mamma – Quando mi sono accorta della sparizione del cuore d’oro ho avvertito una sensazione bruttissima, come se avessi ricevuto un pugno allo stomaco”.

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