Napoli. Truffa alle assicurazioni: coinvolti i clan della camorra

Pubblicato il 29 Febbraio 2012 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dalle prime ore dell’alba nelle province di Napoli e Caserta i Carabinieri del Nucleo investigativo, nel corso di un’indagine coordinata dalla DDA di Napoli stanno dando esecuzione a numerosi provvedimenti cautelari nei confronti di soggetti appartenenti ad un’organizzazione specializzata in truffe alle assicurazioni. Gli indagati inventavano sinistri stradali con gravi lesioni personali, riscuotendo i relativi risarcimenti grazie alla complicita’ di avvocati, personale medico e titolari di agenzie di pratiche automobilistiche. I falsi sinistri accertati sono piu’ di 70 e hanno comportato risarcimenti per oltre un milione di euro. Nel gruppo criminale individuato c’e’ anche un ex cognato del boss Francesco Bidognetti, capo storico del clan riconducibile ai Casalesi.

”Il canale delittuoso delle truffe in danno di compagnie di assicurazione si e’ rivelato talmente redditizio da attrarre l’interesse della criminalita’ organizzata di stampo camorristico, soprattutto nella provincia di Caserta”: lo scrive il gip Carlo Alessandro Modestino nell’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi a 28 persone dai carabinieri di Caserta.    A riprova di cio’, sottolinea il magistrato, ”tra gli indagati compare (anche quale autore di una condotta estorsiva perpetrata con chiare modalita’ di intimidazione camorristica) un soggetto gravitante nell’orbita del clan dei Casalesi”: si tratta di Giosue’ Fioretto, gia’ detenuto per altre vicende, cognato della collaboratrice di giustizia Anna Carrino, ex compagna del boss Francesco Bidognetti. Le indagini, nelle quali sono coinvolti anche medici e avvocati, sono state coordinate dai pm Catello Maresca e Liana Esposito.

Nella truffa alle assicurazioni e’ coinvolto anche un giudice di pace, Nicola Matteoni, negli anni scorsi in servizio ad Airola (Benevento) e ora a giudizio davanti al Tribunale di Roma, competente per i magistrati del distretto di Napoli.  A segnalare alcune anomalie che lo riguardano e’ stato un esposto della societa’ Fondiaria Sai, lo stesso che ha dato il via all’inchiesta: in una sola giornata, il 23 luglio 2006, Matteoni per esempio ha depositato otto sentenze di condanna nei confronti di persone assicurate con societa’ del gruppo Fondiaria-Sai.

Quattro di esse condannavano la societa’ a risarcire la stessa persona, Rosa T., per danni procurati dalla stessa auto Bmw nell’arco di pochi giorni; in tutte e quattro le cause la donna era assistita dall’avvocato Immacolata Califano, cui stamattina e’ stata notificata la misura interdittiva dalla professione forense per due mesi. Un quinto risarcimento e’ stato assegnato a Rosa T. per danni causati da una motocicletta; in tutto, alla donna sono stati liquidati 43.000 euro. Lo stesso giorno il giudice di pace Matteoni ha emesso un’altra sentenza in favore di Rosa T., che stavolta era pero’ assistita dall’avvocato Eugenio Izzo (da oggi agli arresti domiciliari), condannando un’altra societa’ assicuratrice; lo stesso Izzo, sempre il 23 luglio 2006, ha ottenuto tre sentenze favorevoli in qualita’ di parte attrice, cioe’ di vittima diretta di incidenti stradali, con il patrocinio della collega Califano. In tre delle cause, per vicende avvenute in luoghi diversi, ha deposto lo stesso teste, Giuseppina I, nipote dell’avvocato Izzo.