Napoli, ucraina bruciata viva dal compagno. Coinquilina russa salva la sua bambina dalle fiamme

Una donna, russa, ha salvato dalle fiamme la figlia di 5 anni della coinquilina ucraina bruciata viva, secondo le accuse, dal compagno. Tutto è avvenuto a Napoli lo scorso 10 marzo.

Il compagno ora è in carcere con l’accusa di avere appiccato volontariamente le fiamme proprio per uccidere la compagna, sorpresa dal rogo mentre si stava facendo la doccia.

Le indagini

A incastrare l’uomo, secondo l’accusa, i messaggi mandati alla madre della compagna e le parole dette alla bimba.

L’incendio inizialmente è sembrato innescato da una presa elettrica multipla trovata dietro il frigo. Poi però, è stato ritenuto riconducibile dagli inquirenti a mensole e cassetti recuperati da un altro vano della casa e appositamente sistemati dietro il frigo dove poi l’uomo, per l’accusa, ha appiccato le fiamme utilizzando un tappetino imbevuto di liquido infiammabile.

L’udienza di convalida

Nel corso dell’udienza di convalida, celebrata on-line lunedì scorso, davanti al gip di Nola Sebastiano Napolitano, la difesa dell’indagato non ha sollevato alcuna eccezione riguardo le contestazioni esposte dai pubblici ministeri della sezione Fasce Deboli di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, e neppure si è opposta alla convalida dell’arresto.

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