Natale: cenone con cibi “made in Italy”, ma attenzione ai prodotti taroccati

Pubblicato il 18 Novembre 2009 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA

Tre italiani su quattro (75 per cento) per Natale pensano di acquistare prodotti Made in Italy evidenziando un atteggiamento “patriottico” di molto superiore a quello degli altri Paesi europei dove in media solo il 59 per cento dei cittadini metterà sotto l’albero prodotti del proprio Paese.

E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base dell’indagine ‘Xmas survey 2009’ di Deloitte, in occasione dell’incontro su «Il vero made in Italy fa crescere le imprese e il paese». L’atteggiamento positivo dei consumatori italiani verso il made in Italy in occasione delle spese natalizie, afferma Coldiretti, è rafforzato dall’attenzione verso il rispetto delle norme sociali e ambientali che viene garantito dalla produzione nazionale.

Secondo l’indagine, precisa la Coldiretti, ben l’86% degli italiani non comprerebbe prodotti ottenuti con il lavoro minorile mentre l’82% evita di acquistare prodotti che favoriscono l’emissione di gas ad effetto serra che hanno un impatto sul pianeta, come quelli alimentari importati in Italia da paesi extracomunitari attraverso lunghi trasporti con mezzi inquinanti. L’attenzione ai prodotti della tradizione italiani è confermata anche dal fatto che le previsioni per cenoni, pranzi e omaggi alimentari delle vacanze di Natale sono incoraggianti con quasi due italiani su tre (65%) che spenderanno la stessa cifra dello scorso anno ma anche un 16% che prevede di spendere di più mentre un 19% conterrà gli acquisti.

La domanda di prodotti alimentari Made in Italy si scontra però, secondo Coldiretti, con il fatto che «solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana è realizzato con prodotti agricoli italiani, ma nessuno lo sa. E’ per questo che Coldiretti si è impegnata nella realizzazione di una filiera agricola tutta italiana, un grande sistema agroalimentare, che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità e a un prezzo giusto».

Secondo Coldiretti «per ogni prodotto agricolo realizzato nei campi o negli allevamenti situati in Italia, si sviluppa un Made in Italy alimentare cinque volte più  grande tra contraffazioni e imitazioni. A fronte di 20 miliardi di export made in Italy nel mondo, ci sono altri 60 miliardi generati da prodotti che non hanno mai visto il nostro Paese.

In Italia, gli inganni del finto made in Italy, prosegue Coldiretti, riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta che è ottenuta da grano che non è  stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere mentre si importano 100 milioni di chili di pomodoro concentrato che rappresentano il 15% della produzione nazionale di quello fresco.

La mancanza di chiarezza sul vero Made in Italy a livello nazionale e comunitario, sottolinea Coldiretti, ha favorito la proliferazione dei prodotti alimentari taroccati all’estero dove le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane.