In vista di Natale boom di giochi contraffatti, record di sequestri

MILANO – Due magazzini di circa 400 metri quadri l’uno, stipati all’inverosimile. Sembrava l’antro segreto di Babbo Natale e invece si trattava semplicemente dei depositi di due grossisti di etnia cinese che si preparavano alle feste e allo shopping natalizio raccogliendo giocattoli e videogiochi tutti rigorosamente contraffatti. È cominciata a Milano la consueta guerra agli articoli pericolosi per la salute dei bambini, perché dietro le marche false e i giochi taroccati si nasconde materiale non conforme alle normative e in molti casi capace di provocare lesioni e ferite, anche gravi.

Peluche e false borsette Prada, videogiochi e luminarie: da un rapido calcolo il valore della merce ammonta a circa 500mila euro. Secondo le indagini effettuate dal nucleo operativo della Polizia, si è appurato che i due locali funzionavamo come importanti centri di smistamento su cui gravitavano diversi cittadini del Bangladesh, ora denunciati, che si occupavano della distribuzione e della vendita al dettaglio. Mentre le attività erano gestite da due cinesi, anche essi denunciati per ricettazione e immissione sul mercato di materiale non conforme alle normative Cee.

I giocattoli sequestrati erano oltre 70mila, ma è solo la punta dell’iceberg. Un’altra operazione sempre della polizia meneghina ha portato al sequestro di 22mila giocattoli non conformi. La situazione è sempre più grave, non solo perché si mette a repentaglio la salute dei bambini con giochi che facilmente possono arrecare danno, ma anche perché la Lombardia è uno dei centri nazionali per quanto riguarda la produzione dei giocattoli e la sola Milano ha 117 imprese manifatturiere e 196 attività commerciali nel settore. Tanto che in questo settore la metropoli del panettone e della Madonnina pesa a livello nazionale per il 3,6% sul comparto commerciale e per il 9,8% sul settore della fabbricazione. Il paradosso è che a fianco all’industria del tarocco è ben sviluppata un’economia fatta di imprese che commerciano con la Cina. L’interscambio tra il Paese asiatico e la Lombardia vede un giro di affari di 93,5 milioni di euro. È forte il peso del made in China a Como, dove il 90% dei giocattoli importati arriva dall’ex Celeste Impero, così come a Monza e Brianza (70,9%) e Milano (59,7%).

La Camera di commercio di Milano che monitorizza questa situazione cerca di vigilare sul mercato con prelievi di prodotti da sottoporre a test di conformità. Ma soprattutto sostenendo un’attività di informazione preventiva rivolta a imprese e consumatori. Sono nate così due guide “Bimbi sicuri” dedicate alla sicurezza nel mondo dei bambini, con tanti utili consigli: un lungo e dettagliato elenco con le informazioni obbligatorie che devono essere riportate sul giocattolo e sulle confezioni; ma anche segnalando cosa bisogna prestare attenzione quando si compra un giocattolo per proteggere i bambini da potenziali rischi e pericoli.

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