Navarra, Pessina, Dromos: le aziende legate alla “cricca” che hanno lavorato per il Vaticano

La “cricca” avrebbe avuto, secondo quanto scrive Corrado Zunino in un articolo pubblicato su Repubblica, delle imprese edili “di riferimento” a cui erano commissionati molti lavori, soprattutto per il Vaticano. I giudici di Firenze che stanno conducendo l’inchiesta sui Grandi Eventi avrebbero infatti individuato alcune ditte che avrebbero beneficiato di favori nell’assegnazione di importanti appalti, alcuni dei quali gestiti dalla Protezione Civile.

Oltre alla “Anemone Costruzioni” (più volte citata nelle carte dell’inchiesta), che sarebbe diventata l’azienda di fiducia di Propaganda Fide, Zunino cita altre società.

Navarra

La ditta della famiglia Navarra ha ricevuto la commissione per il restauro del colonnato del Bernini in piazza San Pietro: i lavori, che costeranno in tutto 20 milioni di euro, dovrebbero terminare nel 2015. Sempre per quanto riguarda lavori in campo “ecclesiastico”, i Navarra si sono aggiudicati durante il Giubileo alcuni appalti che riguardavano la basilica di Sant’Antonio a Padova: si trattava del restauro di 8 cupole, della biblioteca e della penitenzieria della chiesa.

Nell’articolo si parla dei buoni uffici dei costruttori romani con Angelo Balducci (ex provveditore alle Opere Pubbliche del Lazio) e Guido Bertolaso. Dal provveditorato avrebbero ottenuto nel 2003 il via libera per la costruzione della nuova sede della Corte d’appello della capitale: il progetto dei lavori fu affidato all’architetto Paolo Cuccioletta, che sarebbe stato “vicino” a Fabio De Santis, altro componente di spicco della “cricca”. Per quanto riguarda gli appalti commissionati dalla Protezione Civile, la ditta Navarra si è aggiudicata numerose gare relative ai Mondiali di ciclismo di Varese del 2008. Inoltre sarebbe stato sempre la famiglia, attraverso la ditta Italiana Costruzioni, a restaurare la palazzina di Propaganda Fide in piazza di Spagna (per questi lavori sono indagati sia l’ex ministro Pietro Lunardi che il cardinale Crescenzio Sepe).

Pessina

Altra ditta citata da Zunino nel suo articolo è la Pessina Costruzioni: l’azienda è considerata vicina a Balducci. Nel recente passato ha partecipato ai lavori per la ricostruzione dell’Aquila e ad altri nelle proprietà vaticane: dalla ristrutturazione di alcuni edifici in via della Conciliazione all’oratorio di Santa Marta. Ha realizzato inoltre un parcheggio interrato a Città del Vaticano e il nuovo atrio d’accesso della Pontificia Università Lateranense.

Per quanto riguarda lavori “extra romani”, la ditta ha operato nel monastero di Assisi, nell’ospedale di Treviso e in una casa di cura di Brescia. Attualmente sta lavorando alla costruzione della nuova sede della Regione Lombardia ed è impegnata nei progetti “Malpensa 2000” e in un altro relativo al Teatro delle Vittorie a Roma.

Dromos

Infine Zunino cita il caso della Dromos, società che si occupa di restauri e fa riferimento all’ingegner Cosima Arcieri. L’azienda ha vinto l’appalto per i lavori nella Pontificia Università Gregoriana (gara per la quale lo Stato ha stanziato 1,8 milioni di euro) ed ha effettuato restauri in una dozzina di chiese in tutta Roma.

La ditta sarebbe legata all’ex direttore dei Beni culturali nel Lazio, Luciano Marchetti, che attualmente ricopre l’incarico di vice-commissario in Abruzzo. La Dromos, come scrive Zunino, è legata anche ai fratelli Facchini, architetti considerati vicini a Paolo Berlusconi e alla Santa Sede. Insieme i due fratelli sono intervenuti sul palazzo dell’ambasciata di Spagna.

La pista che porta a Berlusconi sarebbe svelata da un’intercettazione, in cui l’architetto fiorentino Marco Casamonti parlava con l’altro architetto Tito Boeri. Casamonti disse: “Pare che l’abbia progettato un certo Facchini, dice che è una cosa orrenda… Sarà l’uomo di Balducci”. Boeri rispose: “No, peggio, lui è l’architetto del Papa, il fratello è uno degli architetti di Berlusca… Della Giovampaola mi ha detto che sono dei cani, però non li possiamo mandare via perché uno lavora per Berlusconi e uno per il Vaticano”.

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