Nave Concordia, lo psichiatra Meluzzi contro il comandante: "Sciatto"

ROMA, 15 GEN – ''Ma quale panico? Per un esperto di navigazione e con l'ausilio di tecnologie come quelle di cui dispongono le navi moderne non e' stato sicuramente il panico a prevalere. Piuttosto, nel comportamento del comandante che ha lasciato la nave ha prevalso un atteggiamento da impiegato, una sciatteria, una trascuratezza, un comportamento dozzinale''. E' il commento dello psichiatra Alessandro Meluzzi, alla reazione del comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, incagliatasi vicino alle coste dell'isola del Giglio, ora in stato di fermo e indagato con l'accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono della nave.

''Si e' sentito un impiegato della navigazione – afferma Meluzzi all'ANSA – senza buon senso e altruismo e quando ha ritenuto che fosse tutto fuori pericolo ha lasciato la nave al suo destino. Una punta di onore gli avrebbe consentito di avere un atteggiamento piu' consono''. Per questo motivo, secondo lo psichiatra, Schettino e' ''ancora piu' colpevole'' del disastro. Per gli oltre tremila passeggeri della nave, invece, il naufragio si puo' interpretare come un ''test di resilienza, cioe' la capacita' di far fronte in maniera positiva ad un evento traumatico'' ed e' anche la presa di coscienza che ''in un'epoca in cui tutto e' apparentemente sotto controllo grazie alla tecnologia, ci sono eventi naturali che vanificano questa sensazione di onnipotenza''.

Tra i sopravvissuti della Costa Concordia, ''che avevano gia' qualche vulnerabilita' come ansia, attacchi di panico, tachicardia e fobie'' ora, secondo lo psichiatra, sara' necessario un ''aiuto psicologico'', perche' questo evento, potrebbe ''aggravare la situazione''. ''E' nelle catastrofi che si manifesta la resilienza – aggiunge Meluzzi – . Gli individui che ne sono dotati hanno la capacita' di sopravvivere. Per gli altri scatta una inibizione all'azione, si bloccano, non riescono ad affrontare la difficolta e sono destinati a soccombere''' e, dopo aver sperimentato ''il fallimento ad agire, devono metabolizzare la sconfitta''. Ognuno dei passeggeri della Concordia, infine, ''ha avuto l'occasione di vivere un'avventura umana intensa – sottolinea Meluzzi – in cui si sono osservati e sperimentati comportamenti altruistici ed egoistici, in ogni caso, intense relazioni''.

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