ISOLA DEL GIGLIO – La scatola nera della nave Costa Concordia, naufragata venerdì notte (foto), sta già ‘parlando’. Secondo il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ci sarebbe una differenza di un’ora tra l’impatto alle 21 e 45 e l’allarme della Guardia costiera circa delle 22 e 43. Probabilmente infatti non sarebbe mai partito un formale may day dalla Concordia. E non sarebbe stata la nave a chiamare la sala operativa, ma viceversa. Perché così tardi? Cosa è successo?
”La nave era a soli 150 metri dalla riva. Una distanza incredibilmente vicina. Stiamo facendo anche accertamenti satellitari per stabilirla con esattezza”, ha aggiunto Verusio, che ha spiegato che proprio dove la Concordia ha urtato lo scoglio, ”il fondale è irregolare, molto scosceso, non è piatto, né sabbioso ma denso di rocce e scogli. Quindi molto pericoloso da transitare”. Anche per questo, è stato spiegato, l’inchiesta intende approfondire eventuali elementi di negligenza da parte del capitano della nave.
Dalla nave è stato chiesto ad una motovedetta della Guardia di finanza di agganciare il colosso del mare e trainarlo. ”Ma era come chiedere a una formica di spostare un elefante”, spiega un ufficiale delle fiamme gialle. Anche in questo frangente dalla nave avrebbero riferito un ”guasto tecnico”.
Intanto sono stati trovati due cadaveri a bordo, di un italiano e di uno spagnolo e poi nella notte un altro ancora: così sono salite a sei le vittime accertate e continua la corsa contro il tempo per cercare coloro che ancora mancano all’appello e che possono trovarsi sulla Condordia naufragata dove c’erano 4234 passeggeri.
La procura di Grosseto ha arrestato il comandante, Francesco Schettino: è accusato di aver fatto avvicinare troppo la nave all’isola per farla vedere ai crocieristi e di averla abbandonata prima che tutti fossero in salvo.
E’ dello scorso agosto una e-mail del sindaco dell’Isola del Giglio. ”Non potevo esimermi dall’inviarLe un messaggio di compiacimento a nome di tutta la nostra comunità, compresi i graditi ospiti turisti, omaggiati da questo importante evento”, scriveva il sindaco Sergio Ortelli il 9 agosto scorso all’allora comandante della Concordia Massimo Callisto Garbarino.
L’email è stata pubblicata sul sito Giglio News. Ma il sindaco ora precisa che il saluto ”non è una prassi”.
”Un grosso errore umano che ha avuto conseguenze drammatiche purtroppo”. Così il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, anche ammiraglio, intervistato nella trasmissione di RaiTre ‘In mezz’ora’, ha commentato l’incidente ”Navi di questa dimensione – secondo il ministro – non possono passare così vicino ad una costa dove è noto che ci sono secche. Speriamo – aggiunge – non salga il numero dei morti, sono in corso ispezioni sulla parte emersa, potrebbero esserci altri passeggeri intrappolati”.
IN MEZZO AL MARE Appoggiata su un fondale di 37 metri ma con il rischio di scivolare fino a 70 metri di profondità, e dunque inabissarsi completamente. I sopralluoghi dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera hanno consentito di stabilire quale sia la situazione della Concordia.
La nave si trova inclinata di novanta gradi, con la murata di dritta completamente sommersa. La prua appoggia su un fondale di sabbia e alghe, mentre la parte poppiera della nave si e’ fermata su un basamento di roccia.
A circa 30 metri da questa zona però, i sub hanno individuato una sorta di ‘scalino’, al termine del quale la profondita’ raggiunge i 70 metri. Il rischio, al momento non escludibile, è che se dovessero peggiorare le condizioni meteomarine, la nave potrebbe scivolare all’indietro e raggiungere cosi’ lo scalino. E a quel punto potrebbe proseguire la sua corsa, raggiungendo i 70 metri e inabissandosi.
E’ questo il motivo per cui le ricerche nelle zone della Concordia completamente invase dell’acqua stanno procedendo con la massima cautela: il rischio e’ che uno spostamento improvviso della nave possa coinvolgere i sub impegnati in quel momento nelle ricerche. Un altro momento critico sara’ rappresentato dallo svuotamento delle cisterne di carburante. La Guardia Costiera ha emesso una diffida nei confronti della Costa Crociere, chiedendo che vengano al piu’ presto rimosse le circa 2.500 tonnellate di carburante presenti nei serbatoi. Quando questa operazione verra’ eseguita, pero’, bisognera’ contestualmente attuarne altre per evitare che l’alleggerimento della nave possa comprometterne la già precaria stabilità.