‘Ndrangheta, mani su catering Milan a San Siro, droga, estorsione: 60 arresti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2014 - 09:21 OLTRE 6 MESI FA
'Ndrangheta, mani su ristorante Milano San Siro, droga, estorsione: 60 arresti

‘Ndrangheta, mani su ristorante Milano San Siro, droga, estorsione: 60 arresti

MILANO – I boss della ‘ndrangheta volevano mettere le mani anche sul ristorante di San Siro, a Milano. Tanto era determinata ad aggiudicarsi il catering del Milan allo stadio Meazza, che aveva corrotto un carabiniere e usato false informative per favorire il proprio imprenditore. La vicenda emerge dall’inchiesta che la mattina del 16 dicembre ha portato all’arresto di 60 affiliati alla ‘ndrangheta con le accuse di spaccio di droga, estorsione, corruzione di pubblico ufficiale e traffico di armi.

L’operazione, che ha visto impegnati circa quattrocento militari dell’arma in tutto il territorio nazionale, secondo quanto spiegato dai carabinieri

“ha consentito di acquisire gravi e significativi elementi di responsabilità in relazione alle moderne modalità di infiltrazione nel settore economico-imprenditoriale della Lombardia”.

Secondo i militari, gli ‘ndranghetisti fornivano a imprenditori locali “una “protezione totale”, utilizzando in diversi episodi le modalità dell’estorsione – protezione” e condizionavano l’aggiudicazione di contratti di forniture e prestazioni d’opera, “anche con forme di corruttela di pubblici ufficiali”.

La cosca gestiva poi, per accrescere il suo potere economico, una consistente attività di traffico internazionale di sostanze stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana.

Piero Colaprico su Repubblica poi aggiunge:

“A quanto trapela a margine della sessantina di arresti, tutt’ora in corso, un imprenditore, prima sotto ricatto, poi diventato complice dei criminali, aveva impiegato un carabiniere per danneggiare un concorrente. Il carabiniere, che non pochi cronisti di nera conoscono, aveva fatto un rapporto contro una società che, per conto del Milan, gestisce un bar dentro lo stadio di san Siro. Poi aveva consegnato la sua informativa alla magistratura e, probabilmente, ‘passato’ la notizia.

C’è la registrazione di una telefonata in cui il carabiniere infedele racconta di essere entrato nella sede della società – ovviamente estranea a questi maneggi – e di aver parlato con i dirigenti e aver visto (chissà se è vero) Barbara Berlusconi. E’ un passaggio che in ogni caso dimostra quanto sia facile riuscire a farsi aprire le porte di importanti e ignari imprenditori da parte delle organizzazioni criminali che si presentano con una ‘faccia pulita’.