I genitori di un neonato trovato nella notte tra martedì e mercoledì dagli operatori del 118 in una casa delle campagne di Reda di Faenza (Ravenna), avvolto in un asciugamano e sistemato in un sacchetto di plastica, sono stati indagati a piede libero per tentato infanticidio. Il bimbo, salvato in extremis, non è più in pericolo di vita anche se le sue condizioni non hanno consentito ai medici di sciogliere la prognosi.
I genitori – due 35enni del posto, lui piccolo imprenditore e lei impiegata a Imola – alla presenza del loro avvocato, Tullio Matarese, e del Pm di turno Gianluca Chiapponi, sono già stati sentiti dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Faenza che con i colleghi di Reda si stanno occupando delle indagini.
Secondo quanto trapelato, la donna avrebbe riferito, ancora in evidente stato confusionale, che si trattava di una gravidanza indesiderata. Da qui la motivazione del gesto anche se gli elementi da chiarire sono ancora diversi. La 35enne, secondo quanto fin qui emerso, verso le tre della notte, nell’imminenza del parto, era andata in bagno dove aveva tagliato il cordone ombellicale e aveva tentato di nascondere l’infante dopo avere ripulito le tracce dell’accaduto.
A chiamare soccorsi sarebbe stato il marito che in ospedale si sarebbe poi detto all’oscuro di tutto. Il bambino, rimasto chiuso per diverso tempo nel sacchetto, all’arrivo dell’ambulanza era ormai cianotico. Gli operatori del 118 lo hanno rianimato sul posto e lo hanno portato prima in ospedale a Faenza per stabilizzarlo. Quindi dopo qualche ora il piccolo è stato trasferito al ‘Santa Maria delle Croci’ di Ravenna dove c’é un reparto di Neonatologia.
I genitori del piccolo, che hanno seguito l’ambulanza durante l’intero tragitto, sono stati raggiunti in ospedale dai carabinieri e lì identificati.