Neonazisti, 15 indagati in tutta Italia: addestrati da paramilitari ucraini, teorie no-vax per attirare seguaci

Dalle prime ore di questa mattina la Polizia di Stato di Napoli, su delega del Procuratore della Repubblica del capoluogo campano, sta eseguendo perquisizioni domiciliari nei confronti di 26 persone indagate per associazione sovversiva di matrice neonazista e suprematista nell’ambito di una complessa indagine svolta dalla Digos partenopea e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno.

Le perquisizioni, che interessano le province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara, sono eseguite dai rispettivi uffici Digos e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.

L’indagine è svolta dalla Digos partenopea e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno.

L’Ordine di Hagal e le teorie contro il vaccino

Al centro delle indagini per associazione sovversiva neonazista c’è un gruppo chiamato “Ordine di Hagal”. Il gruppo, presente sul web con un proprio sito internet, spuntano diversi post tra cui uno che sostiene che il vaccino anticovid “non è un vaccino ma una terapia genica sperimentale che modifica il dna in maniera irreversibile e perpetua”.

La procura di Napoli fa sapere che non tutti i destinatari delle perquisizioni sono stati iscritti nel registro degli indagati.  L’associazione neonazista aveva base operativa nella provincia partenopea.

Neonazisti si addestravano avvalendosi del supporto di ex combattenti ucraini

Secondo quanto accerto fino ad ora, avrebbe svolto anche attività di addestramento paramilitare in alcuni campi tra il Napoletano e il Casertano, avvalendosi del supporto di ex combattenti ucraini.

L’arsenale consisteva in armi “soft air” (normalmente utilizzate nei giochi di combattimento con palline di gomma) modificate per sparare proiettili veri. Tra queste anche un lancia granate e dell’abbigliamento tattico militare. Il gruppo svolgeva lezioni in presenza e via social per estendere la propria rete di proseliti. Un ‘insegnamento dalla forte matrice suprematista e negazionista della shoah con simbologia e riti hitleriani.

L’associazione eversiva di matrice neonazista individuata dalla Procura di Napoli utilizzava, per diffondere l’odio razziale, i social e note chat, come WhatsApp e Telegram. Sono emersi contatti con formazioni ultranazionalista apertamente neonaziste ucraine denominate “Battaglione Azov”, “Misantrophic Division”, “Pravi Sector” e “Centuria”.

Neonazisti usavano idee no vax per attirare più seguaci

Le prese di posizione “no vax” presenti sul sito internet dell’Ordine di Hagal, venivano utilizzate come “richiamo” per avvicinare proseliti alla causa nazista e negazionista. Le persone ritenute dagli inquirenti a capo del gruppo sono un 40enne e un 46enne. Si tratta del presidente e vice presidente dell’ Ordine di Hagal ai quali viene contestato anche il possesso di armi. Complessivamente sono circa una quindicina gli indagati.

“La truffa olocaustica”

Entrando nel loro sito si leggono frasi come queste: “Molti nell’intervista che vi proponiamo, sono anche i cenni alla truffa olocaustica dove possiamo tranquillamente affermare – e dimostrare in un qualsiasi tribunale italiano, come già fatto da altri in passato – che il numero di 6 milioni è solo un numero della Kabala ebraica. Uno straordinario raggiro ed alibi per poter dominare senza ostacoli la cultura e l’economia mondiale grazie ad essa”.

“D’altra parte lo scriveva anche, ad esempio , nel 1934 Samuel Roth ebreo anche lui:”Non esiste un solo esempio in cui gli ebrei non abbiano meritato appieno l’amaro frutto della furia dei loro persecutori… Arriviamo nelle nazioni pretendendo di sfuggire a una persecuzione. Noi [ebrei] siamo i persecutori più letali che esistano in tutti i miserabili annali della storia umana”.

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