Niccolò Patriarchi, non solo omicidio del figlio: accusato anche del tentato omicidio della figlia

Niccolò Patriarchi, non solo omicidio del figlio: accusato anche del tentato omicidio della figlia
Niccolò Patriarchi, non solo omicidio del figlio: accusato anche del tentato omicidio della figlia (Foto Facebook)

FIRENZE – Niccolò Patriarchi, l’uomo di 34 anni accusato di aver ucciso, venerdì scorso, il proprio figlioletto di un anno a Scarperia (Firenze), è accusato oltre che del tentato omicidio della convivente, Annalisa Landi, anche del tentato omicidio dell’altra figlia di sette anni. (AGI) Fi4/Mav

Patriarchi è accusato di aver preso in braccio la bambina e di aver tentato di gettarla dalla terrazza dove, assieme alla madre e il fratello, la piccola si era rifugiata per sfuggire al padre armato di coltello. L’evento, secondo quanto si apprende, sarebbe stato impedito dalla resistenza opposta dalla madre e dal tentativo di divincolarsi della bambina stessa. Con il coltello è stato ucciso il figlio di un anno. Mercoledì 19 settembre il pubblico ministero Fabio Di Vizio affiderà l’incarico per l’autopsia sulla vittima.

La Procura dei minori, intanto, ha chiesto la decadenza della potestà genitoriale per Niccolò Patriarchi. L’uomo già in passato era stato seguito dal servizio di salute mentale in due diversi periodi: dall’aprile 2013 al febbraio 2014 e dal dicembre 2017 al maggio 2018. In precedenza, nel periodo intercorrente ed in quello successivo, risultano altre fasi di cura sia presso i servizi pubblici che da specialisti privati, spiega l’agenzia Agi.

Nel febbraio scorso l’uomo, che manifestava condotte violente, fu condotto dai carabinieri in pronto soccorso e, in quell’occasione, ricoverato volontariamente nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo. Dopo le dimissioni l’uomo era tornato a vivere con i genitori e aveva ripreso il programma di controlli ambulatoriali con visite programmate, “proseguite con esito positivo” – si legge sempre nella relazione sanitaria – fino a maggio scorso. A giugno, contattato telefonicamente per un nuovo appuntamento, l’uomo aveva riferito ai servizi della Ausl che preferiva rivolgersi ad uno specialista privato.

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