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No Expo 2015: patto fra gruppi antagonisti, Scala bersaglio. Nuovo blitz Digos

di Warsamé Dini Casali |29 Aprile 2015 11:22

No Expo 2015: il patto di Francoforte (assalto Bce) fra gruppi antagonisti

MILANO – No Expo 2015: il patto di Francoforte (assalto Bce) fra gruppi antagonisti. Un nuovo blitz contro presunti appartenenti all’area No Expo è in corso stamani (29 aprile) a Milano. La Polizia di Stato sta intervenendo nella stessa zona di ieri, nel quartiere Giambellino dove erano state trovate mazze e molotov. Le indagini sono condotte dalla Digos che sta effettuando perquisizioni e controlli. Ma si tratta solo dell’ultima operazione di bonifica preventiva attuata dalle forse dell’ordine in previsione dell’apertura dell’Expo di venerdì 1 maggio.

Sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini dà conto dello stato d’allerta e segnala il “patto” raggiunto dai gruppi antagonisti per darsi appuntamento a Milano e coordinarsi per organizzare la guerriglia mobile diversificando le azioni in città. Lo stesso giorno dell’Expo c’è anche la prima alla Scala della Turandot che potrebbe catalizzare la protesta nella serata di venerdì, mentre restano gli obiettivi strategici rappresentati dalle sedi delle banche, delle multinazionali ecc…

Il patto sarebbe stato raggiunto il 18 marzo scorso a Francoforte, il giorno degli incidenti a Francoforte per l’apertura della nuova sede della Bce.  Fiorella Sarzanini rivela anche la debolezza dei soggetti antagonisti pacifici la cui dimostrazione della mattina del 1° maggio (corteo organizzato dai Cobas), è questo il senso dell’allarme, sembra destinata ad essere fagocitata dai gruppi più estremisti .

Secondo i dati raccolti dagli specialisti di polizia e carabinieri i primi problemi potrebbero sorgere oggi con la consueta manifestazione che ricorda l’omicidio di Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù assassinato nel 1975 da esponenti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia.

E poi ancora dall’alba del 1 maggio, quando si creerà il corteo di protesta organizzato dai Cobas e da numerosi gruppi di contestatori pacifici che però, almeno ad analizzare le relazioni trasmesse in queste ore ai vertici degli apparati di sicurezza, avrebbero perso il controllo della situazione, sopraffatti dai contestatori più violenti. La strategia di chi protesta, almeno quella intuita attraverso l’attività di prevenzione, è compiere azioni contemporanee in zone diverse proprio per cercare sfuggire ai controlli della polizia e fare i maggiori danni possibili. (Fiorella Sarzanini, Corriere della Sera).

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