LECCE – Un gruppo di oltre 80 attivisti No Tap ha assaltato i cantieri di Melendugno, in provincia di Lecce, il 9 dicembre. Sono almeno 52 le persone che dopo il lancio di pietre e fumogeni, raggiungendo la zona interdetta alle manifestazioni, sono stati portati in Questura. Tra loro anche donne e bambini che manifestavano contro la costuzione del gasdotto Tap che collegherà il Mar Caspio alla Puglia.
Alcuni attivisti sono stati accerchiati e respinti dai poliziotti. Durante l’azione, un sostituto commissario ha riportato fratture ed è stato condotto in ospedale, a Lecce, in ambulanza. I 52 manifestanti portati in questura saranno identificati e nei loro confronti saranno valutati eventuali profili di responsabilità nell’assalto al cantiere. Le indagini sono supportate anche da riprese video eseguite da un elicottero che sorvolava la zona, in località San Basilio, interdetta e presidiata 24 ore su 24 dalle Forze di polizia su disposizione della Prefettura di Lecce, scrive l’Ansa.
Ci sono anche donne e ragazzi minorenni tra i 52 attivisti No Tap portati in questura nel pomeriggio, a Lecce, dopo aver tentato di forzare la ‘zona rossa’ del cantiere Tap a Melendugno (Lecce), interdetta su disposizione della Prefettura. Durante l’assalto, due poliziotti che inseguivano i manifestanti in fuga, sono caduti da un muretto a secco e sono rimasti feriti: uno ha riportato una frattura alla spalla e sarà operato; l’altro una frattura al polso destro. In Questura i manifestanti vengono identificati e, chi è sprovvisto di documenti, viene sottoposto a fotosegnalazione.
Al momento non vi sono contestazioni formali a loro carico né sono stati adottati provvedimenti cautelari. Fuori dalla Questura ci sono anche alcuni avvocati degli attivisti che attendono di conoscere la posizione dei loro assistiti. Uno di fermati, una ragazza, è stata soccorsa in Questura per un malore.
“Sono cose che non dovrebbero accadere e che condanno fermamente – commenta il sindaco di Melendugno, Marco Potì -. E’ la violenza che genera violenza, perché fin quando ci sarà in atto la militarizzazione del territorio con questa interdizione disposta dall’ordinanza prefettizia, ci sarà sempre chi la percepirà come una repressione della libertà”