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“Mi appendo ai fili della corrente se salite”: grave il No Tav Luca Abbà

di admin |27 Febbraio 2012 19:03

TORINO – ”Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione e’ tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare. Mi guardavano attoniti. Gliel’ho fatta sotto il naso un’altra volta”. Lo ha detto Luca Abba’ in un collegamento a una radio ”a dieci metri d’altezza” poco prima di cadere al suolo. ”Sono pronto ad appendermi ai fili della corrente se non la smettete”, ha anche urlato ai poliziotti. Abba’ aveva lanciato l’appello ai No Tav di ”venire e fare pressione finche’ la situazione e’ gestibile”.

Il manifestante ferito nella caduta dal traliccio in Val Susa e’ Luca Abba’, di 37 anni, uno dei leader storici del Movimento No Tav della Val Susa.   Le sue condizioni – si e’ saputo dal 118 – sono gravissime per traumi da caduta e ustioni gravi da folgorazione.    E’ stato portato in elicottero al Cto di Torino.

Abba’ e’ salito su un traliccio dell’alta tensione nei pressi della ‘baita Clarea’ da solo (e non insieme a un’altra decina di manifestanti, come riferito in un primo momento).   Dopo essersi arrampicato per 10-15 metri, Abba’ ha superato l’area di sicurezza dello stesso traliccio, nonostante i ripetuti inviti rivoltigli dalla Polizia a desistere dall’iniziativa e a mettersi in condizioni di sicurezza.

Abba’ ha proseguito nella sua protesta ed e’ poi stato raggiunto da una scarica elettrica, candendo al suolo. Immediatamente soccorso dalle stesse forze dell’ordine, e’ stato trasferito in elicottero al Cto di Torino.  Dopo l’incidente, la Polizia ha fatto rimanere sul posto i manifestanti No Tav, che sono una quindicina. Sono stati tutti identificati e – secondo quanto si apprende in Questura – sono assolutamente pacifici.

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta sull’incidente nel quale e’ rimasto ferito Luca Abba’, caduto da un traliccio dell’alta tensione sul quale era salito per protestare contro l’allargamento del cantiere della Tav Torino-Lione, in Val Susa. In Val Susa, intanto – si e’ saputo – arrivera’ il pm Giuseppe Ferrando, della stessa Procura di Torino, per le indagini sull’incidente nel quale e’ rimasto coinvolto Abba’.

Luca Abba’, il leader No Tav rimasto ferito questa mattina all’alba in Val di Susa, e’ in coma farmacologico al Cto di Torino e le sue condizioni sono gravissime. Lo ha spiegato il direttore del Dea del Cto, Maurizio Berardino.

Arrivato alle 10:11 al Cto, con un elisoccorso, Abba’ e’ ora ricoverato in pronto soccorso dove i medici lo hanno intubato, sedato e posto in coma farmacologico. In serata probabilmente verra’ trasferito in terapia intensiva. Luca Abba’ – ha riferito Berardino – presenta un trauma da precipitazione e un trauma cranico, un focolaio contusivo occipitale, ovvero un livido nel cervello.

La sua situazione e’ grave ma – spiegano i medici – non e’ ancora chiaramente delineabile in quanto i danni provocati dalla scarica elettrica, probabilmente entrata nel braccio destro e uscita dalla gamba destra, si conosceranno solo nelle prossime ore. Sono state anche diagnosticate lesioni al torace, un pneumotorace al polmone sinistro, una frattura dorsale composta e una contusione renale.

”I soccorsi a Luca Abba’ sono stati lentissimi e tardissimi”: lo sostiene Alberto Perino, uno dei leader del movimento No Tav, giunto al presidio di Bussoleno (Torino).    ”Io non c’ero – precisa Perino – ma i testimoni che erano alla baita mi hanno raccontato che e’ passato molto tempo prima che Luca venisse soccorso. Eppure – conclude – dentro il cantiere c’erano due ambulanze”.

”Luca – prosegue Perino – e’ un ragazzo generosissimo, non ha mai avuto paura a mettere la sua faccia in gioco”.  ”Purtroppo – aggiunge Perino – l’aveva detto Manganelli (il capo della polizia, ndr) che poteva  scapparci il morto, ma non aveva specificato da che parte. Adesso – conclude Perino – chiediamo ai compagni di tutta Italia di mobilitarsi, a casa loro”.

Le proteste dei no Tav non si sono fermate. Cortei a Napoli in sostegno ad Abbà, così come a Bologna. A Roma un’occupazione lampo alla stazione Termini. Dopo aver occupato i binari forzando un cancello laterale della stazione, i circa 200 attivisti si sono diretti in corteo in via Tiburtina e lungo il loro percorso alcuni cassonetti sono stati rovesciati. I manifestanti erano partiti questo pomeriggio da piazzale Tiburtino in un corteo improvvisato e convocato via Twitter.

Per ascoltare l’audio della registrazione clicca qui.

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