TORINO – Torna ad accendersi, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, la protesta No Tav in Val Susa. Gli attivisti del movimento che si oppone alla Torino-Lione sono tornati a manifestare la loro rabbia contro il cantiere di Chiomonte. La zona è stata bersagliata da petardi, bombe carta e fuochi d’artificio, a cui le forze dell’ordine hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Interrotta l’autostrada del Fréjus.
Per il popolo No Tav una “grande nottata di lotta”, come si legge sui siti internet del movimento; per il sanatore Pd Stefano Esposito “il solito triste copione” scritto da “teppisti, anarchici e autonomi, italiani ed europei”. La protesta era nell’aria da qualche giorno. Da quando un centinaio di attivisti No Tav, alcuni dei quali di area anarchica e antagonista, si sono radunati in valle per l’ormai consueto campeggio itinerante.
All’interno del quale, martedì, c’è stato un consiglio comunale ‘aperto’, alla presenza di amministrazioni di diversi comuni (con non poco imbarazzo nel Pd) al termine del quale è stata approvata una delibera contro la Tav che respinge ogni proposta di compensazione economica. Una specie di ‘giuramento di Pontida’ dei No Tav, che di fatto ha rinnovato l’alleanza fra alcuni Comuni e il movimento.
E mentre gli amministratori della Valle di Susa contrari alla ferrovia Torino-Lione fanno i loro passi istituzionali – Susa e Condove hanno anche annunciato il ritiro dei loro rappresentanti dall’Osservatorio sulla Torino-Lione presieduto da Mario Virano – gli attivisti movimentano le piazze. Si blocca l’autostrada del Frejus, si compie un blitz in una delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte (nei giorni scorsi un escavatore è stato danneggiato versando terra e acqua nel serbatoio), si manifesta a Susa davanti all’hotel che ospita le forze dell’ordine.
E, questa notte appunto, si torna al cantiere di Chiomonte, dove i lavori di scavo – che di norma proseguono senza sosta – sono stati interrotti a scopo precauzionale. Dopo avere incendiato alcuni pneumatici in una galleria dell’autostrada, all’altezza di Giaglione, i No Tav hanno tentato di avvicinarsi al cantiere, ma senza riuscirci perché presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Il successivo lancio di fuochi d’artificio e di petardi è proseguito per oltre un’ora. Fino a quando i “folletti No Tav – si legge su uno dei siti internet del movimento – sono svaniti nel bosco”. Prossimo appuntamento sabato per una nuova marcia.
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