No-Tav, Vattimo, Caselli, De Luca: i fatti e le polemiche, cronologia dal 15 agosto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA

Lo stesso giorno, il 16 agosto, Vattimo viene intervistato da Repubblica. Le sue parole, molto dure, vengono pubblicate il giorno dopo.

Tav: Vattimo, violenza è dello Stato che militarizza l’area
ROMA, 17 AGO – ”La vera violenza è quella dello Stato che militarizza il territorio per realizzare un’opera inutile”. Lo afferma il filosofo e parlamentare europeo Gianni Vattimo (Idv), intervistato da Repubblica sulle persone denunciate per violenza negli assalti in val di Susa per la Tav. ”I cattivi maestri degli anni Settanta teorizzavano la lotta armata – precisa -. Io mi limito a difendere i blocchi stradali”. ”Io non sono un violento – spiega – ma appoggio le reazioni anche non legali contro le scelte di un Parlamento non legittimo, se non formalmente”. Vattimo afferma che parlare di aggressione per il camionista olandese al quale sono state tagliate le gomme è ”una parola un po’ forte”, anzi ”bisogna vedere se gli hanno tagliato davvero le gomme. In quel caso verrà risarcito” e in ogni caso non c’è stato sequestro: ”E’ stato fermato – dice – Non capiva la lingua. Si è spaventato ed è scappato”, ”non so se è normale. Ma non è un sequestro di persona”. Le intimidazioni agli operai che lavorano nel cantiere? ”Spesso sono leggende che vi inventate voi giornalisti o che si inventano quelli che le denunciano”.

Intanto la procura di Torino apre un fascicolo, con l’ipotesi di falso ideologico.

Tav: visita Vattimo in carcere, si profila reato di falso
TORINO, 17 AGO – Il fascicolo d’inchiesta per ora è rubricato sotto la voce “atti relativi” e non contiene nomi di indagati, ma potrebbe trasformarsi in un procedimento per falso ideologico: questa, almeno, è l’ipotesi che stanno studiando i magistrati della procura che si occupano della visita fatta in carcere dall’europarlamentare Gianni Vattimo a un attivista No Tav detenuto alle Vallette di Torino. Gli inquirenti intendono valutare non tanto la legittimità della visita – che ai parlamentari è consentita – quanto della presenza con l’europarlamentare dei due accompagnatori, Luca Abbà e Nicoletta Dosio, entrambi attivisti No Tav che Vattimo ha presentato come suoi consulenti.

Tav: Vattimo visita no Tav in carcere; aperta inchiesta
TORINO, 29 AGO – Un fascicolo di atti relativi, senza ipotesi di reato né indagati, è stato aperto dalla procura di Torino sulla visita dell’europarlamentare Gianni Vattimo nel carcere del capoluogo piemontese lo scorso 15 agosto. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo vogliono capire le circostanze per cui nel penitenziario sono entrati, come consulenti del politico, i due attivisti del movimento No Tav Luca Abbà e Nicoletta Dosio. Vattimo, nel modulo di autocertificazione, aveva dichiarato che si trattava di suoi consulenti. Vattimo, Abbà e Dosio sono stati convocati in procura lunedì prossimo come persone informate sui fatti. I tre erano entrati nel carcere pochi giorni dopo l’arresto di un altro attivista del movimento, Davide Giacobbe detto ‘Giobbe’, che è stato scarcerato martedì sera. Nel caso non chiarissero in quale veste sono entrati i due attivisti No Tav, tutti e tre potrebbero essere accusati di falso ideologico.

Vattimo reagisce spiegando di non aver mentito sull’identità di Abbà e Dosio, ma di essersi anche lui stupito quando è stato consentito loro di entrare in carcere.

Tav: Vattimo, No Tav in carcere? Li hanno fatti entrare
TORINO, 29 AGO – ”Luca Abbà e Nicoletta Dosio? Anche io mi sono meravigliato che li abbiano fatti entrare in carcere lo scorso 15 agosto, ma il capo delle guardie li conosceva e non ha mosso alcuna obiezione”. Lo dice Gianni Vattimo, europarlamentare dell’Idv, che lunedì pomeriggio si presenterà in procura, con Abbà e Dosio, per essere interrogato dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo come persona informata sui fatti relativamente all’episodio. ”Entrando nel merito – continua Vattimo – ribadisco di avere detto la verità presentandomi allo sportello: sono due miei consulenti, ossia le persone a cui mi rivolgo per avere informazioni sul movimento No Tav. In ogni caso, risponderò da bravo cittadino che ha grande fiducia nella magistratura”.

La notte del 30 agosto i carabinieri fermano una macchina in Val di Susa. A bordo ci sono due attivisti no-Tav che trasportavano razzi, molotov, cesoie, fionde, chiodi a tre punte. Si chiamano Davide Forgione, 21 anni, del centro sociale Askatasuna e Paolo Rossi, 26 anni. Vengono arrestati. Il giorno dopo Gian Carlo Caselli, illustrando l’operazione, non usa mezzi termini: