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No-Tav, Vattimo, Caselli, De Luca: i fatti e le polemiche, cronologia dal 15 agosto

di admin |3 Settembre 2013 12:29

No-Tav, Vattimo, Caselli, De Luca: i fatti e le polemiche, cronologia dal 15 agosto (nella foto Gianni Vattimo, LaPresse)

ROMA – Perché Gianni Vattimo è stato interrogato dalla procura di Torino per falso ideologico dopo che era andato a trovare un attivista no-Tav in carcere? Perché il procuratore Gian Carlo Caselli ha attaccato Vattimo?

Ricostruiamo la cronologia dei fatti e delle dichiarazioni aiutandoci con le cronache dell’Ansa, e partendo dal pomeriggio del 15 agosto, quando Vattimo, europarlamentare dell’Italia dei Valori, andò a trovare in carcere Davide Giacobbe, accompagnandosi ai no-Tav Luca Abbà e Nicoletta Dosio, che il filosofo ha qualificato come suoi “consulenti”.

Tav: Vattimo, dai no tav forse illegalità ma nessuna violenza
TORINO, 15 AGO – Secondo l’europarlamentare torinese dell’Idv Gianni Vattimo, da parte del movimento no tav ”ci può essere forse un pò di illegalità, ma non è violenza. Definire sovversivi i no tav è sicuramente un eccesso”: è quanto Vattimo ha dichiarato oggi dopo essere stato in visita al carcere delle Vallette di Torino. Quella dei no tav – ha detto – ”è una forma di pressione che ci vuole, perché la questione è stata sempre trattata senza consultare il territorio. Non sono un paladino della violenza, ma delle dimostrazioni pacifiche. E i blocchi stradali sono solo modi di farsi sentire visto che nessuno dà loro retta”. Quanto alla situazione trovata in carcere, Vattimo ha aggiunto: ”Ho visto tanti drammi ma soprattutto problemi dovuti alla mancanza di risorse. Se i soldi fossero spesi meglio, con meno F35 e meno militari in Valle di Susa, la qualità della vita dei detenuti potrebbe migliorare di molto”.

La visita di Vattimo viene notata dagli esponenti pd pro-Tav Stefano Esposito e Raffaele Bianco, che denunciano i suoi accompagnatori con un comunicato. Si allerta la procura di Torino.

Tav: controlli pm su visita Vattimo in carcere a Giacobbe
ROMA, 16 AGOSTO – La procura di Torino svolgerà dei controlli sulla visita in carcere che l’europarlamentare dell’ Idv Gianni Vattimo ha fatto ieri a Daniele Giacobbe, l’attivista no tav detenuto alle Vallette a Torino. L’oggetto degli accertamenti è la presenza con lui di altri due attivisti, Luca Abbà e Nicoletta Dosio, presenza segnalata ai media dal deputato pro-tav del Pd Stefano Esposito. In base ai regolamenti non possono avere contatti con i detenuti, a differenza dei parlamentari. Secondo Esposito e il responsabile del Comparto Sicurezza del Pd, Raffaele Bianco, che hanno diffuso una nota congiunta, Vattimo nella sua visita di ieri alle Vallette ”si è fatto accompagnare dal pluridenunciato e pluripregiudicato Luca Abbà, e dalla portavoce del movimento no tav Nicoletta Dosio, recentemente fermata e denunciata per i blocchi e le perquisizioni dei tir sulla A32”. ”Vorremo informare l’onorevole Vattimo – aggiungono – che nei giorni scorsi alcuni mitomani no tav non solo hanno bloccato il traffico, ma hanno anche fermando e perquisito i Tir in transito bucando le ruote ad uno di essi”.

Lo stesso giorno, il 16 agosto, Vattimo viene intervistato da Repubblica. Le sue parole, molto dure, vengono pubblicate il giorno dopo.

Tav: Vattimo, violenza è dello Stato che militarizza l’area
ROMA, 17 AGO – ”La vera violenza è quella dello Stato che militarizza il territorio per realizzare un’opera inutile”. Lo afferma il filosofo e parlamentare europeo Gianni Vattimo (Idv), intervistato da Repubblica sulle persone denunciate per violenza negli assalti in val di Susa per la Tav. ”I cattivi maestri degli anni Settanta teorizzavano la lotta armata – precisa -. Io mi limito a difendere i blocchi stradali”. ”Io non sono un violento – spiega – ma appoggio le reazioni anche non legali contro le scelte di un Parlamento non legittimo, se non formalmente”. Vattimo afferma che parlare di aggressione per il camionista olandese al quale sono state tagliate le gomme è ”una parola un po’ forte”, anzi ”bisogna vedere se gli hanno tagliato davvero le gomme. In quel caso verrà risarcito” e in ogni caso non c’è stato sequestro: ”E’ stato fermato – dice – Non capiva la lingua. Si è spaventato ed è scappato”, ”non so se è normale. Ma non è un sequestro di persona”. Le intimidazioni agli operai che lavorano nel cantiere? ”Spesso sono leggende che vi inventate voi giornalisti o che si inventano quelli che le denunciano”.

Intanto la procura di Torino apre un fascicolo, con l’ipotesi di falso ideologico.

Tav: visita Vattimo in carcere, si profila reato di falso
TORINO, 17 AGO – Il fascicolo d’inchiesta per ora è rubricato sotto la voce “atti relativi” e non contiene nomi di indagati, ma potrebbe trasformarsi in un procedimento per falso ideologico: questa, almeno, è l’ipotesi che stanno studiando i magistrati della procura che si occupano della visita fatta in carcere dall’europarlamentare Gianni Vattimo a un attivista No Tav detenuto alle Vallette di Torino. Gli inquirenti intendono valutare non tanto la legittimità della visita – che ai parlamentari è consentita – quanto della presenza con l’europarlamentare dei due accompagnatori, Luca Abbà e Nicoletta Dosio, entrambi attivisti No Tav che Vattimo ha presentato come suoi consulenti.

Tav: Vattimo visita no Tav in carcere; aperta inchiesta
TORINO, 29 AGO – Un fascicolo di atti relativi, senza ipotesi di reato né indagati, è stato aperto dalla procura di Torino sulla visita dell’europarlamentare Gianni Vattimo nel carcere del capoluogo piemontese lo scorso 15 agosto. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo vogliono capire le circostanze per cui nel penitenziario sono entrati, come consulenti del politico, i due attivisti del movimento No Tav Luca Abbà e Nicoletta Dosio. Vattimo, nel modulo di autocertificazione, aveva dichiarato che si trattava di suoi consulenti. Vattimo, Abbà e Dosio sono stati convocati in procura lunedì prossimo come persone informate sui fatti. I tre erano entrati nel carcere pochi giorni dopo l’arresto di un altro attivista del movimento, Davide Giacobbe detto ‘Giobbe’, che è stato scarcerato martedì sera. Nel caso non chiarissero in quale veste sono entrati i due attivisti No Tav, tutti e tre potrebbero essere accusati di falso ideologico.

Vattimo reagisce spiegando di non aver mentito sull’identità di Abbà e Dosio, ma di essersi anche lui stupito quando è stato consentito loro di entrare in carcere.

Tav: Vattimo, No Tav in carcere? Li hanno fatti entrare
TORINO, 29 AGO – ”Luca Abbà e Nicoletta Dosio? Anche io mi sono meravigliato che li abbiano fatti entrare in carcere lo scorso 15 agosto, ma il capo delle guardie li conosceva e non ha mosso alcuna obiezione”. Lo dice Gianni Vattimo, europarlamentare dell’Idv, che lunedì pomeriggio si presenterà in procura, con Abbà e Dosio, per essere interrogato dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo come persona informata sui fatti relativamente all’episodio. ”Entrando nel merito – continua Vattimo – ribadisco di avere detto la verità presentandomi allo sportello: sono due miei consulenti, ossia le persone a cui mi rivolgo per avere informazioni sul movimento No Tav. In ogni caso, risponderò da bravo cittadino che ha grande fiducia nella magistratura”.

La notte del 30 agosto i carabinieri fermano una macchina in Val di Susa. A bordo ci sono due attivisti no-Tav che trasportavano razzi, molotov, cesoie, fionde, chiodi a tre punte. Si chiamano Davide Forgione, 21 anni, del centro sociale Askatasuna e Paolo Rossi, 26 anni. Vengono arrestati. Il giorno dopo Gian Carlo Caselli, illustrando l’operazione, non usa mezzi termini:

Tav: Caselli, dico no ai politici conniventi
TORINO, 31 AGO – ”L’escalation delle violenze in Valle di Susa è preoccupante. Ma è altrettanto preoccupante il silenzio che arriva da alcuni uomini della cultura, della politica, della pubblica amministrazione e anche dell’informazione, perché è un silenzio che può partire dalla sottovalutazione per rasentare qualcosa di peggio: la connivenza”. E’ dura la requisitoria di Gian Carlo Caselli, procuratore capo a Torino, contro quelle persone che non si limitano a simpatizzare per il movimento No Tav o ad appoggiarne le iniziative, ma che, quando una manifestazione sfocia nel vandalismo o nella guerriglia, e quindi scattano le denunce, gli arresti e le inchieste, ”sembrano pretendere che la legge non vada applicata”. ”Una pretesa – aggiunge – che non ha niente a che fare con quella Costituzione che loro stessi proclamano di voler difendere”. L’occasione è una conferenza stampa in cui si illustra l’ultimo intervento dei carabinieri in Valle di Susa, il sequestro di un arsenale di razzi, molotov, cesoie, fionde e chiodi a tre punte. Il magistrato non fa i nomi ma basta rileggere le cronache delle ultime settimane per giocare a indovinare di chi sta parlando. C’è lo scrittore Erri De Luca, del quale, con una lettera a un quotidiano, ha criticato un articolo. O Gianni Vattimo, europarlamentare e filosofo (che lunedì prossimo, tra l’altro, è stato convocato al Palagiustizia per spiegare come mai, nel fare visita a un No Tav detenuto, si è fatto accompagnare da due attivisti). O magari Davide Bono, consigliere regionale del M5S, che qualche giorno fa ha detto che se ”per caso” la procura di Torino ha aperto la caccia ai No Tav dopo ”le pressioni politiche” di Pd e Pdl, Caselli farebbe bene a dimettersi. ”In nessun caso si può accettare o tollerare una manifestazione violenta” dice il magistrato, che ne ha anche per l’informazione e per gli ”ineffabili social network” che interpretano i fatti a modo loro. L’esempio è quello dei blocchi stradali sull’autostrada del Frejus: ”C’erano vedette, sorveglianza ai varchi di accesso, viaggiatori costretti a fermarsi e a mostrare i documenti. Si chiama ‘controllo del territorio’. Ma è una funzione riservata ai poteri pubblici. Chi la esercita senza farne parte non rispetta la Costituzione. Eppure abbiamo letto una cronaca in cui si delegittima una parte lesa, un camionista, dicendo che era ‘alterato’. Ed è lo stesso metodo che si usa nei casi di violenza sessuale: lo stupratore tenta di presentarsi come una mammoletta per far ricadere la colpa sulla donna”.

Alle parole dure di Caselli seguono quelle altrettanto dure dello scrittore Erri De Luca (ex servizio d’ordine di Lotta Continua), che il primo settembre viene intervistato dall’Huffington Post:

ROMA, 1 SETTEMBRE. Erri De Luca, ha ragione il procuratore capo di Torino quando paventa il terrorismo No Tav? Caselli esagera.
Forse esagera, ma in macchina i due ragazzi arrestati avevano caricato molotov…
(sorride ironicamente) …Sì, pericoloso materiale da ferramenta. Proprio quello che normalmente viene dato in dotazione ai terroristi. Mi spiego meglio: la Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo.
Dunque sabotaggi e vandalismi sono leciti?
Sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile.
Sono leciti anche quando colpiscono aziende che lavorano per l’Alta Velocità come quella di Bussoleno, chiusa per i continui danneggiamenti? Non si rischia un conflitto tra lavoratori e valligiani?
La Tav non si farà. È molto semplice.
La posizione è chiara. Ma è antitetica a quella presa dal governo.
Non è una decisione politica, bensì una decisione presa dalle banche e da coloro che devono lucrare a danno della vita e della salute di una intera valle. La politica ha semplicemente e servilmente dato il via libera.
Di questo passo, afferma Caselli, arriveremo al terrorismo. Lei invece quale soluzione propone?
Non so cosa potrà succedere. Mi arrogo però una profezia: la Tav non verrà mai costruita. Ora l’intera valle è militarizzata, l’esercito presidia i cantieri mentre i residenti devono esibire i documenti se vogliono andare a lavorare la vigna. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa.
Politicamente come si risolve?
Arriverà un governo che prenderà atto dell’evidenza: la valle non vuole i cantieri. E finalmente darà l’ordine alle truppe di tornare a casa.

Il giorno in cui viene interrogato dalla procura di Torino per la sua visita in carcere al militante no-Tav, anche Vattimo risponde, con toni meno accesi, a Caselli.

Tav: Vattimo, terrorismo? Caselli la mette giù troppo dura..
TORINO, 2 SET – ”Nutro grande rispetto per Caselli con il quale sono sempre stato in ottimi rapporti. Ci davamo anche del tu. E’ stato lui, un giorno, quando l’ho incontrato a un’iniziativa pubblica, a dirmi ‘con te non posso più parlare perché sei testimone al processo per i fatti del 3 luglio 2011 (scontri in Valle di Susa costati il ferimento di duecento poliziotti e carabinieri – ndr)”. Lo ha detto l’europarlamentare Gianni Vattimo al Palazzo di Giustizia di Torino, dove oggi è stato convocato dai pm per spiegare le circostanze della sua visita a un attivista No Tav nel carcere delle Vallette. ”I magistrati – ha aggiunto l’europarlamentare – fanno il loro lavoro. Caselli ha le sue ragioni. Io pero’ penso che sulla questione Tav la stia mettendo giù troppo dura. Se in Italia dovesse mai esplodere il terrorismo non sarà a causa del Tav, ma della disoccupazione e della crisi economica”.

Tav: Vattimo, no a bruciare capannoni ma capire perché
TORINO, 2 SET – ”Io non sono d’accordo con chi brucia capannoni o macchinari. Non lo giustifico. Ma dico che bisogna capire perché si è arrivati a questo punto. A questo clima del cavolo. Il fatto è che la popolazione non è mai stata davvero consultata sul Tav: al massimo hanno parlato di far passare la ferrovia in un certo posto o qualche metro più in là. Nessuno ha mai ascoltato la gente. Ed è un errore di base. Se nessuno ascolta la gente, come fa la gente a farsi ascoltare?”. Così Gianni Vattimo oggi a Torino. ”Sono convinto – ha aggiunto – che il Tav sia un’impresa del cavolo. A suo tempo, da eurodeputato, fra il 1999 e il 2004, credo di avere votato a favore del corridoio 5 (il cosiddetto asse Lisbona-Kiev – ndr) Anche Di Pietro era a favore. Ma ora bisogna rivedere il tutto. Dov’è il corridoio 5? Esiste solo questo pezzetto in Valle di Susa su cui si intestardisce il Pd”.

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