Nocciole, olive e limoni: li rubano anche sugli alberi

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Nocciole, olive e limoni: li rubano anche sugli alberi

ROMA – Nocciole, olive e limoni: li rubano anche sugli alberi. Nelle campagne pugliesi, dalla provincia di Bari a quella di Taranto, squadre efficienti e scaltre di predoni rubano di notte le olive direttamente dagli alberi, in un paio di minuti – segnalano le cronache – possono portarsi via fino a 30 kg di olive: con i furgoni e le mazze per scuotere le piante, i ladri di olive possono mandare in fumo un intero anno di duro lavoro in una sola notte.

Nelle campagne dell’Astigiano e del Cuneese stessa sorte per le preziose nocciole, schizzate a 400 euro al quintale per i marchi Igp: sempre in una sola notte ladri hanno rubato 200 tonnellate di frutti alla Crea di Cervasc, con un valore della merce rubata di circa un milione di euro, un danno che ha azzerato tutta la materia prima dell’azienda per almeno un mese di lavoro.

Il fatto è che siccità prolungate alternate a rovinose grandinate, insomma questo clima simil-tropicale, ha innalzato i prezzi delle materie prime agricole a livelli che rendono super-appetibili i furti su commissione: nell’ultimo anno, denuncia la Coldiretti, le segnalazioni di furto sono addirittura raddoppiate, calcolando un danno per 300 milioni di euro all’anno.

“Quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti e animali, con un ritorno prepotente dell’abigeato – sottolinea l’organizzazione agricola – Raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole”.

Per il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, “le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma soprattutto con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto nel piatto”.

 

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