Noemi Durini denunciata per stalking dalla famiglia di Lucio 3 giorni prima dell'omicidio Noemi Durini denunciata per stalking dalla famiglia di Lucio 3 giorni prima dell'omicidio

Noemi Durini denunciata per stalking dalla famiglia di Lucio 5 giorni prima dell’omicidio

Noemi Durini denunciata per stalking dalla famiglia di Lucio 3 giorni prima dell'omicidio
Noemi Durini denunciata per stalking dalla famiglia di Lucio 3 giorni prima dell’omicidio

LECCE – Non ci sarebbe solo la denuncia della madre di Noemi Durini, Imma Rizzo, nella faida tra le famiglie della sedicenne ammazzata in Salento e del suo presunto assassino. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera citato dall’Huffington Post, infatti, anche la famiglia di Lucio, l’ex fidanzato di Noemi arrestato per omicidio premeditato, avrebbe denunciato la ragazza per stalking proprio cinque giorni prima dell’omicidio. Ma la lettera della denuncia sarebbe arrivata in ritardo in Procura.

Scrive il Corriere della Sera: 

Non riuscivano a trovarla quella denuncia. Qualche giorno fa, il 15 settembre, la sorpresa: sul tavolo del procuratore per i minorenni di Lecce, Maria Cristina Rizzo, via posta ordinaria è arrivata una busta con la querela per atti persecutori presentata il 28 agosto ai carabinieri dai genitori di L. contro Noemi. […] tra il 28 agosto e il 15 settembre ci sono di mezzo la scomparsa e l’omicidio di Noemi, commesso la notte del 3 settembre, cinque giorni dopo la denuncia.

Una querela che confermerebbe, in parte, la versione data agli inquirenti da Lucio:

“Quella notte ci siamo incontrati perché lei mi aveva nuovamente chiesto di uccidere i miei genitori e simulare una rapina, ribadì che se non collaboravo l’avrebbe fatto con N… Avevano deciso di comprare una pistola”. Poi dice di averle preso il coltello, di averla colpita una volta con la lama che si è spezzata e due volte con le pietre.

Il giorno prima dell’omicidio, Lucio avrebbe confessato le proprie intenzioni ad un amico, fatto per il quale gli viene contestata anche la premeditazione.

“Era molto arrabbiato – ha detto il testimone – piangeva e urlava in dialetto: ‘O mi uccido o vado a ucciderla’”.

 

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