Nomade ucciso. Arrestati si "scusano": praticavano roulette russa

FIRENZE, 3 OTT – La ''roulette russa'' nel corso della quale potrebbe essere stato ucciso Massimo Stepich, ventiduenne nomade di etnia Sinti il cui cadavere fu ritrovato l'11 settembre 2010 accanto all'ospedale di Empoli, potrebbe essere un'invenzione di alcuni degli accusati dell'omicidio per ridimensionare il peso dell'accusa.

Pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere, infatti, tre dei cinque nomadi arrestati la notte scorsa si presentarono ai carabinieri di Massa dicendo di aver trovato una pistola in un campo, mentre erano con Stepich.

Insieme all'arma, raccontarono ancora, c'erano due scatole di proiettili, una con proiettili veri ed una che i giovani pensavano fossero a salve. Cosi' decisero di usare questi ultimi per una roulette russa conclusasi tragicamente poiche' i proiettili erano veri.

I giovani indicarono anche dove era stata gettata l'arma: una 38 special risultata rubata ad un giostraio e in grado di sparare proiettili compatibili con quello che ha ucciso Stepich, che fu effettivamente trovata nel fiume Elsa.

I carabinieri non hanno mai creduto alla versione della ''roulette russa'', considerata una scusa per alleggerire la posizione dei presunti autori dell'omicidio.

Lo scenario che gli investigatori hanno delineato sarebbe invece quello della minaccia nei confronti di Stepich forse perche si assumesse la responsabilita' di un pestaggio al quale sarebbe stato estraneo, anche se il movente non e' stato ancora accertato: una minaccia conclusasi con lo sparo che ha causato la morte del ventiduenne raggiunto da un proiettile al cuore.

A suffragare questa ipotesi ci sarebbero anche alcuni particolari delle condizioni in cui e' stato trovato il cadavere, compatibili con quelle di una persona che abbia subito un forte spavento prima di essere ucciso.

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