Non imputabile per vizio di mente l’uomo che uccise due poliziotti in Questura a Trieste. Questa è l’Italia

di Gianluca Pace
Pubblicato il 5 Marzo 2024 - 11:55
Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi a Trieste nel 2019

Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi a Trieste nel 2019

L’Italia è quel paese in cui, se rubi un motorino, vieni portato in Questura e poi, improvvisamente, prendi una pistola e uccidi due agenti alla fine, in Tribunale, vieni giudicato non imputabile per “vizio di mente”. Qualsiasi cosa voglia dire. Come se invece di solito chi commette una strage possa essere definito uomo senza vizi di mente. La notizia non ha avuto una grande eco in questi giorni ma la ricordiamo: il cittadino domenicano che nell’ottobre del 2019, portato in Questura a Trieste, uccise due agenti, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, è stato riconosciuto incapace di intendere e volere anche dalla Cassazione. L’uomo quindi non andrà in carcere ma resterà per trent’anni in una Rems, ovvero una, spiegano, “residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza che ospita gli autori di reato affetti da disturbi mentali”. 

“Spero che gli attori di questa farsa vergognosa – ha scritto Fabio Demenego, il padre di Matteo, dopo la sentenza -se dovessero trovarsi davanti a un agente pronto ad aiutarli, si ricordino dei Figli delle Stelle (il riferimento è al figlio e al collega ndr ) e provino vergogna”. Questa è l’Italia.